Presentazione
del
Prof. Francesco Bruno
" LA STORIA della coop CEARPES"
del
Prof. Francesco Bruno
Piece teatrale “Nove petali di Loto”
è un testo di fantasia, liberamente ispirato ad una storia vera della
Soc. Coop. CEARPES
Sono passati tanti anni
da quando nel 1968 sognavo una
società diversa, nuova, rivoluzionaria, capace di favorire la
pace e la cultura, l'amore tra gli uomini e la collaborazione tra le persone, il rispetto e la cura non
segregante di chi non ce la faceva e rimaneva vittima di ogni situazione
sfavorevole per evidenziare come una ferita perversa il proprio handicap
individuale.
Oggi la mia fiducia
utopistica e giovanile si è molto moderata perché l'esperienza mi ha dimostrato che ancora non è tempo e che grandi
passi debbono ancora essere fatti perché si creino le condizioni di una
rifondazione reale della società in cui il bene comune sia posto effettivamente al primo posto dei
desideri e degli interessi della gente.
Ciò che mi dette più
fastidio di quella situazione fu la degenerata alleanza che si creò nei fatti e che faceva gioco su alcune debolezze
strutturali del nostro sistema di giustizia. Essa
aveva lo scopo di fondere in un unico fronte contrario gli elementi peggiori del sottobosco
politico-amministrativo, con altri personaggi assetati di potere e miranti, per danaro, a sostituire le buone
prassi della CEARPES con altre del tutto insufficienti, corrotte e male impostate che
potessero, almeno superficialmente sostituirle in un clima di spaventosa ignoranza culturale e di
prassi perverse, unicamente capaci di attrarre i mass-media in un fuoco immotivato, ma
non meno compatto e feroce, contro le vittime sacrificali individuate.
Ricordo che molti danni
economici e sociali furono fatti, che molte persone dovettero soffrire per diversi anni e che solo il tempo e
la resistenza di un gruppo di operatori ben saldi e la forza dei
loro avvocati e consulenti hanno permesso infine di vincere l'assurdo di una falsa realtà che è sembrato
divenire un mostro sempre più materiale, man mano che son passati
gli anni di un giudizio incapace di correggere in tempi brevi e ragionevoli i suoi inevitabili errori e man
mano che si sono accresciuti i fogli di carta processuali, che
cercavano di descrivere ciò che non è facilmente descrivibile con tali e talvolta inutili parole.
Per questa ragione ho accolto favorevolmente l' idea
di presentare a tutti quanto è avvenuto in questi anni, per dimostrare, da una
parte che cosa ancora può succedere in questa Italia odierna, e
dall'altra per far vedere come è stato possibile vincere, non cedendo a compromessi, per
quella parte di operatori coraggiosi che avrebbero dovuto giocare il ruolo dell' agnello
sacrificale, per far godere un giorno le forze del male e del disordine che hanno inteso
attaccare quelli che in un modo o nell'altro comunque avevano fatto solo il loro
dovere. Non dobbiamo dimenticare che si può e si deve
vincere quando qualcuno gioca contro la nostra onestà ed il nostro lavoro e ciò
non solo per continuare ad esistere con orgoglio, ma anche per
dimostrare che la ragione e la serietà sono ancora componenti non trascurabili, ma essenziali per il nostro
mondo, quello cioè che noi vogliamo
far vincere e della cui vittoria finale vogliamo portare l' intera
responsabilità.
Ed è proprio per questo infatti
che, come ho detto, pur non essendo più un disarmato idealista conservo
ancora intero il mio patrimonio di idee e ne sento la responsabilità verso le nuove generazioni a cui
indirizziamo la "Storia di CEARPES" perché ne facciano tesoro.
Francesco Bruno
La storia
della
C.E.A.R.P.E.S.
Questa storia racconta come la caduta di un polo di eccellenza nel settore dell'assistenza socio-sanitaria tra accuse, denunce e aspetti inquietanti legati a presunte estorsioni si sia tradotta in Italia in una vicenda in odore di consociativismo dove l'eco dei media e le drammatiche lentezze della giustizia hanno potuto distruggere un punto di riferimento per la tutela dei minori. Ma se una è finita l'altra è nata, ovvero la Lilium coop. sociale onlus, che gestirà in futuro tutte le attività.
9 anni di processi per l'assoluzione con formula piena di 32 imputati da tutte le accuse. Nel frattempo la coop CEARPES è stata azzerata. Oltre 100 famiglie sono state gettate sul lastrico da un'inchiesta sbagliata.
ANTEFATTO
La
Coop CEARPES, iscritta alla lega delle coop in Abruzzo, rappresentava all'epoca
dei fat-ti un centro di eccellenza nel centro-sud per l'accoglienza di minori con gravi e gravissimi disagi socio-comportamentali e psichiatrici e utenti in doppia diagnosi, problemi di dipendenze e psichiatrici. Un fatturato di oltre 5 milioni di euro, 100 dipendenti, 50 ospiti ed un complesso in San Giovanni Teatino ed in Catignano (PE) dotato di tutte le autorizzazioni. Infatti, come polo di alto livello CEARPES giunge a ricevere la visita delle autorità e da quel momento si può dire che iniziano i suoi guai.
24 novembre 2003
Visita dell'on. D'Alema e dell' on. Livia Turco
presso la sede di CEARPES in San Giovanni Teatino (CH)
Durante l’intero 2004
CEARPES riceve ripetute
ispezioni del Ministero del Lavoro.
I
dipendenti reagiscono con 3 lettere al ministero per chiedere le motivazioni
delle ispezioni e protestare per le continue interruzioni di servizio che
queste producono. La
cooperativa CEARPES rifiuta di collaborare con la cooperativa Ambra di Reggio
Emilia per la gestione della RSA De Cesan in Spoltore (PE) perché gli
standard di qualità non apparivano compatibili con quelli della CEARPES.
Durante l'anno i dirigenti della Lega chiariscono ai dirigenti della CEARPES
che l'Italia, nel settore sociale, è stata divisa in quattro aree di influenza,
in ognuna delle quali agiscono delle cooperative capofila alle quali tutte le
altre si devono adeguare. In Abruzzo sarà la Cooperativa Ambra ad avere un
ruolo dominante. (essa, peraltro, gestirà anche la comunità Esperanza, senza le
autorizzazioni dovute), In quel momento la Lega delle Coop è amministrata da:
Vittorio Di Carlo Presidente, Sante Gileno Vicepresidente e Carlo Salvatore
componente del direttivo.
INIZIO DEI CONTRASTI
CON LA LEGA
DELLE COOPERATIVE
E CON LA CGIL ABRUZZO
Successivamente, sempre dallo stesso Leone, viene richiesta un'altra assunzione per la figlia del Sig. Bettoschi Ugo consulente della Lega Coop. Sempre dallo stesso Sig. Franco Leone, giunge poi la richiesta, che sarà accolta, di far lavorare il figlio solo mezza giornata, mantenendo comunque l' intera retribuzione.
ottobre 2004
Nuovamente il Sig. Franco Leone dichiara la necessità di fare tesserare alla Cgil almeno 30-40 dipendenti. La richiesta però non viene accolta dalla cooperativa. Il sig. Franco Leone dichiarò allora: "Vi farò passare guai" perché un azienda senza sindacato non può esistere.
Da
dicembre 2004 a marzo 2005
Nel
dicembre 2005 la cooperativa chiese l'iscrizione alla Confederazione delle cooperative in Abruzzo e la sua domanda venne accettata.
Il presidente della CEARPES denunciò per iscritto in data 31/01/2005, dopo reiterate e disattese richieste di incontro, una singolare ingerenza da parte del sig. Carlo Salvatore, delegato della Lega Coop, sulla gestione anche contabile della cooperativa CEARPES in sede di controllo di questa ultima . Erano invero sorti dei dubbi da parte del Presidente della Cooperativa CEARPES sulla possibile esistenza di un almeno un potenziale conflitto di interessi, da parte del sig.Carlo Salvatore, in quanto egli era anche responsabile del controllo di tutte le cooperative abruzzesi per la Lega Coop. e allo stesso tempo, anche consulente di alcune. Il Sig.Carlo Salvatore era inoltre il direttore della struttura "De Cesaris" gestita dalla cooperativa Ambra, nel comune di Spoltore, nella quale saranno successivamente portati dei ragazzi sottratti alla CEARPES, come vedremo successivamente.
marzo 2005
L'assemblea dei soci della CEARPES si riunisce per deliberare la denuncia per minacce ed estorsione nei confronti dei sig.ri Leone Franco, Bettoschi Ugo e Boyer Mario, tutti dirigenti dei sindacato CGIL Abruzzo della Provincia di Pescara. Tutti costoro saranno denunciati per minacce ed estorsione da Dominique Quattrocchi,
Presidente e poi Liquidatore della Società Cooperativa CEARPES in data 3 marzo 2005.
14 Luglio 2007
La Procura di Pescara, dopo indagini preliminari di CC, con provvedimento in data 14.7.2007 trasmetteva tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Chieti per competenza di territorio e per connessione, per i reati di estorsione
continuata e di calunnia (quest'ultimo reato per gli stessi fatti, invece
qualificati dal querelante come diffamatori).
29 Marzo 2008
La Procura di Chieti iscriveva le sopra descritte notizie di reato in due distinti
procedimenti rispettivamente ai n.ri 2687/07 e 3022/05 RGNR. Il procedimento n.
2687/07, relativo ai sig. Franco Leone e Bettoschi per il reato di estorsione continuata. Tale fatto veniva poi archiviato senza alcuna previa indagine istruttoria, con provvedimento del GIP di Chieti del 29.3.2008, nonostante formale opposizione proposta dal denunciante recante anche specifica richiesta di assunzione di testimoni nominativamente indicati e a conoscenza diretta dei fatti denunciati.
L'INIZIO DELLA CRISI
13 maggio 2005
La
coordinatrice CEARPES denuncia l'allontanamento volontario di 2 minori affidati dai servizi sociali dei comuni di residenza alla Comunità CEARPES.
A seguito di ciò il comandante della stazione dei Carabinieri di San Giovanni Teatino, maresciallo Luigi Sicignano, comunica l'allontanamento di due minori alle Autorità, tra cui, al Tribunale Minorile di Catanzaro, al Tribunale Minorile di Roma, alla Procura della Repubblica di Chieti e ai Comandi stazione Carabinieri di Rose, Rosciano e Amatrice. Lo stesso Maresciallo Luigi Sicignano precisa che uno di quei ragazzi era stato chiamato a deporre come persona informata sui fatti in un processo in cui avrebbe dovuto testimoniare contro alcuni suoi ex compagni. Ciò costituiva motivo di grande tensione per il minore, ed infatti tale disagio era stato espresso agli stessi operatori della CEARPES nei giorni precedenti la fuga.
Bisogna poi aggiungere che gli stessi due minori erano in via di essere dimessi dalla struttura ospitante.
Contestualmente i CC ordinarono le ricerche dei due minori, coinvolgendo il Comando di Rosciano, nell'eventualità che uno dei ragazzi potesse contattare un noto tossicodipendente (conosciuto nell'ambiente come informatore dei Carabinieri) che li aveva già adescato in passato. I due ragazzi, appena individuati dai CC di Rosciano, cominciarono a denunciare i maltrattamenti subiti nella CEARPES e
per questa ragione furono trasferiti ad altra struttura. Si può osservare come insieme ai due fuggiaschi operasse, nel ruolo di assistente sociale, la stessa che avrebbe poi operato nei locali della cooperativa Ambra in Spoltore ove i ragazzi vennero trasferiti. Il Maresciallo D'ambra Vincenzo, comandante la stazione dei Carabinieri di Rosciano, in passato, quando aveva la moglie che lavorava nella cooperativa CEARPES si era lamentato per l'orario che la stessa, all' epoca, osservava all'interno della cooperativa.
Sta di fatto che i due minori vennero nello stesso giorno presi in consegna dalla struttura dei Carabinieri di Rosciano, senza conferma dell'autorità giudiziaria e operando la secretazione degli atti.
17 e 26 Maggio 2005
Seguono 2 ispezioni dei Nas di Pescara nei locali della CEARPES.
20
giungo 2005
La struttura subisce un'ispezione della Direzione Provinciale del Lavoro.
LA TEMPESTIVITÀ
DELLA LEGA COOP E DELLA CGIL
ABRUZZO
20 giugno 2005
Il presidente della Lega delle Cooperative Abruzzo Vittorio di Carlo inoltra la proposta di un commissariamento della gestione della cooperativa CEARPES, da parte di un consiglio di amministrazione che fosse composto da persone indicate dalla sua associazione, "circostanza questa che risolverà qualunque problema". I soci della CEARPES ribadiscono che la cooperativa non è più aderente alla Lega Coop Abruzzo e confermano il giudizio sulla Cooperativa Ambra di Reggio Ernia. di incompatibilità, per standard di qualità, cori quelli gestiti dalla Cearpes. Inoltre i soci CEARPES affermano di preferire di fare richiesta per procedura concorsuale piuttosto che di continuare ad avere rapporti con l'ambiente della Lega delle Cooperative.
Sul giornale "Il Centro" appare un articolo di Franco Leone, segretario generale della CGIL regione Abruzzo dal titolo: "la nostra denuncia 4 mesi fa". Le stesse dichiarazioni inoltre usciranno insieme con il primo articolo pubblicato sulla stampa abruzzese il giorno successivo all' intervento dei CC nei locali della CEARPES, il 18 giugno 2005, a seguito del quale venne disposto l'allontanamento dalla Cooperativa CEARPES di n° 4 minori ed il collocamento degli stessi presso la comunità "Casa Esperanza" di Spoltore (PE).
21 giugno 2005
Su il Centro compare un articolo del presidente
della Lega Cooperativa Abruzzo Vittorio di Carlo cui titolo espone "CEARPES
sospesa in via cautelativa" In
realtà la notizia era stata annunciata da un fax mai giunto nella sede della
CEARPES.
IL FATTO PER COME LO RACCONTANO I GIORNALI A DISTANZA DI CIRCA 2 MESI E MEZZO
13 luglio
2005 Il Tempo/cronache
La vicenda ha ini-zio due
mesi fa, quando una pattuglia di carabinieri della vicina stazione di Rosciano (Pescara),che fa capo alla Compagnia di Pelille (Pescara), si imbatte in due ragazzi per le strade di S. Giovanni Mutino. I due, in lacrime, rivelano di essere scappati dalla Comunità CEARPES, dove, da tempo a loro dire, sono vittime di maltrattamenti di ogni tipo e vengono costretti ad assumere farti dosi di psicofarmaci. I carabinieri informano la Procura della
.Repubblica presso il Tribunale per Minorenni dell'Aquila: il P.M. Dott.ssa
Antonietta Picardi dispone l'immediato allontanamento dei due giovani
dalla comunità CEARPES.
L'ALLONTANAMENTO DEI MINORI
18 giugno 2005
La Coop. CEARPES venne sottoposta a perquisizione su ordine e mandato della Procura della Repubblica di Chieti P.M. dott. Giuseppe Falasca. Il tutto fu coordinato dal Maresciallo D'ambra Vincenzo. Lo stesso giorno, il Comando dei Carabinieri di Rosciano provedette, su asserita indicazione telefonica del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori dell'Aquila, nella persona della dott.ssa Picardi Antonietta, all'allontanamento dalla Cooperativa CEARPES di n° 4 minori ed alla successiva collocazione degli stessi presso la Comunità "Casa Esperanza" di Spoltore (PE); con la precisazione, peraltro, che nessun decreto di allontanamento è mai stato ricevuto dalla Coop. CEARPES per i suddetti 4 minori.
28 giugno 2005
il PM presso il tribunale dei Minorenni di l'Aquila, Dott.ssa Picardi Antonietta, chiese l'allontanamento urgente dei minori dalla Comunità CEARPES e il contestuale ricovero dei minorenni in idonea struttura, perché dagli atti sarebbero emersi indizi di colpevolezza a carico di operatori e responsabili
della Comunità stessa, per maltrattamenti continuati ed altro in danno dei ragazzi ricoverati.
8 luglio 2005
Il Tribunale Minorile di L'Aquila ai sensi degli artt. 333 e seg. C.C. e 741 CPC., dispose (presidente Manera ) l'allontanamento dei minori e il contestuale loro ricovero in idonea struttura, sotto il controllo del Servizio Sociale locale con, divieto di consegna dei minori a chiunque senza preventiva autorizzazione del Tribunale medesimo e dispose altresì la secretazione degli atti, dichiarando il decreto immediatamente esecutivo.
12 luglio 2005
il Maresciallo
dei C.C. D'Ambra procede all'allontanamento di n° 7 minori dalla coop. CEARPES ed alla loro collocazione presso la Comunità Casa Esperanza Spoltore (PE) della
coop. sociale Ambra di Reggio Emilia.
15 luglio 2005
Il Tribunale
per i Minorenni di L'Aquila conferisce delega all'organo incaricato
della esecuzione, per la scelta della nuova struttura di ricovero (in via
d'urgenza), e per mettere il minore in contatto con i propri familiari. Il Maresciallo dei C.C. D'Ambra Vincenzo e l'appuntato dei C.C. Nitti Domenico danno esecuzione ai decreti di allontanamento, emessi dal Tribunale per i Minorenni di L'Aquila, di ulteriori 11 minori, prelevandoli dalla struttura CEARPES e affidandoli alla casa famiglia "Esperanza", presso la R.S.A. De Cesaris di Spoltore della coop. sociale Ambra di Reggio Emilia.
agosto
2005
il Tribunale Minorile de L'Aquila dichiara la propria incompetenza territoriale e ordina l'immediata trasmissione degli atti al Tribunale Minorile di residenza dei inori ( i minori risiedono fuori dall'Abruzzo, a seguito del rientro nei luoghi di residenza).
LA CORTE D'APPELLO DI L'AQUILA PER I MINORI
A)
29 NOVEMBRE 2005 SENTENZIA CHE I RAGAZZI ALLONTANATI POSSONO TORNANE NELLA
STRUTTURA CEARPES
La Corte
d'Appello di L'Aquila per i Minori si pronuncia sul decreto 8/7/2005 del Tribunale Minorile di L'Aquila, impugnato dalla CEARPES, assistita dall'avv.
Dante Angiolelli assieme all'avv. Bruno Porreca, già presidente della Corte d'Appello aquilana, con i seguenti esiti:
La disposta secretazione degli atti è dichiarata totalmente illegittima perché non consente alla parte di verificare la sussistenza o meno dei pretesi indizi di reità su cui si fonda l'impugnato decreto.
Vi è carenza assoluta di motivazione sul punto della necessità e/o opportunità della disposta secretazione Glioperatori e i responsabili della Comunità si sono sempre comportati correttamente nel superiore interesse delle esigenze e per le necessità terapeutiche ed educative dei ragazzi affidati loro, hanno sempre operato sotto la vigilanza e il controllo
di eminenti studiosi, esperti nel campo della neuropsichiatria con risultati positivi. Vi è carenza assoluta di motivazione riguardo la necessità della emissione di provvedimenti cautelari Non si è individuata preventivamente una nuova struttura idonea al nuovo ricovero, col conseguente pericolo di ricovero non idoneo, foriero di danni certi per i minori, che necessitano di ricovero in struttura socio sanitaria atta a fornire cure e terapie a minori affetti da problemi neuropsichici.
L'Ente affidatario del minore non ha ricevuto notizia del decreto impugnato e non è stato posto in condizione di esercitare la potestà sui minori a loro tutela.
In sintesi la Corte d'Appello di L'Aquila, il 29 novembre 2005, sentenzia che i
ragazzi allontanati potranno tornane nella struttura Cearpes se lo vorranno,
ovviamente con le necessarie autorizzazioni da parte di genitori o tutori.
B) LA
COMUNITÀ ESPERANZA STRUTTURA DELLA SOCIETÀ COOPERATIVA "AMBRA" DI CUI ROBERTO MAINARDI È PRESIDENTE
È una struttura concorrente rispetto alla CEARPES che si caratterizza per l'accoglimento dei minori affidati dal Tribunale Minorile dell'Aquila, mano a
mano che i medesimi venivano sottratti alla CEARPES. Bisogna sottolineare che essa inizia quest'attività, senza autorizzazione, senza abitabilità e addirittura all'inizio senza acqua, il che induce diversi genitori a ritirare direttamente i rispettivi figli, collocati successivamente nel sotto scala
della RSA De Cesaris della coop. sociale Ambra di Reggio Emilia il cui direttore era il sig. Carlo Salvatore, come si è detto.
Anche le strutture della società cooperativa "Ambra" di cui Roberto Mainardi è
presidente, tra cui l'Esperanza, subiscono in più occasioni ispezioni ed indagini che accertano diverse irregolarità, anche gravi. Alla luce di tali accertamenti, secondo il parere dei NAS, sono emerse responsabilità di carattere anche penale per quanto riguarda l'esercizio abusivo della professione sanitaria nonché il reato di truffa continuata e aggravata e abbandono di minore.
16
novembre 2005
Il Presidente
della coop. sociale Ambra Roberto Mainardi di Reggio Emilia, scrive alla Procura della Repubblica c/o Tribunale per i Minori in via Acquasanta, 167100 L'Aquila ed al P.M. dott.ssa Picardi relativamente ai 9 ragazzi rimasti nella Comunità Espernnza sui 27 allontanati dalla CEARPES.
"Provvediamo
in tal senso, ad informare le SS. V17 che dallo scorso luglio 2005, i suddetti
minori sono stati trasferiti nella sede periferica di Montesilvano Colle. Tale
trasferimento si è reso necessario al fine di evitare pericoli e tensioni e di
non alterare l'equilibrio psicologico degli ospiti già presenti in C.F.
Esperanza, le cui problematiche risultano essere completamente diverse,
discordanti e non compatibili per patologie, età ed esigenze … Tale
sistemazione è da ritenersi, come già comunicato ai Carabinieri e al Comune di
Montesilvano, provvisoria, poiché la direzione aziendale sta creando una
situazione ulteriormente confacente alle esigenze rieducative e terapeutiche,
nell'ottica di un recupero mirato per ogni utente. Di tale collocazione daremo
comunicazione anticipatamente alle
Autorità in indirizzo, allegando tutti i dati amministrativi utili, l'elenco
nominativo del personale con qualifica e il nominativo del responsabile
operativo."
E'
da chiedersi quando questi ragazzi hanno poi avuto una sistemazione confacente
alle relative esigenze rieducative e terapeutiche ed inoltre appare comunque
evidente che l'ordine del Presidente del Tribunale Minorile di L'Aquila che
prevedeva "il contestuale ricovero in idonea struttura sotto il
controllo del Servizio Sociale locale" non è stato comunque eseguito
secondo le direttive dal medesimo impartite
28 dicembre 2005
Il dirigente
dell'ufficio commercio del comune di Spoltore dott.ssa Francesca Diodati, con ordinanza N.32842 del 28/12/2005
ha ordinato alla Cooperativa Ambra S.C.P.A., legale rappresentante Roberto
Mainardi, con sede legale in via Danubio 19, Reggio Emilia, di provvedere alla
cessazione dell' attività di alloggio di adulti e bambini nella struttura
denominata Casa Famiglia sita in c.da Bucciarelli n.13 di Spoltore, entro e non
oltre 30 giorni dalla notifica dell'ordinanza stessa.
E' pertanto legittimo chiedersi perché questi ragazzi sono stati spostati proprio là?
LE VESSAZIONI SUBITE
ISPEZIONI 2005-2006
Tra il maggio 2005 e il 2006 la cooperativa CEARPES ha subito ben 47 ispezioni da parte del ministero del lavoro e delle politiche sociali (dir. provinciale) da parte dei NAS di Pescara, del Ministero delle Finanze, della Stazione dei Carabinieri di Rosciano.Nel frattempo, pur avendo dimostrato la propria competenza e l'adeguatezza delle strutture, la soc. coop CEARPES si è vista sottrarre tutti gli ospiti e si è trovata nelle condizioni di non poter più lavorare.
20 settembre 2006
Il Pubblico
Ministero Dott. Giuseppe Falasca, nel caso giudiziario aperto sulla CEARPES ha
rinviato a giudizio 32 persone. I capi di imputazione a carico dei lavoratori
Cearpes erano gravi e molteplici:
maltrattamenti, violenze fisiche e psichiche, minacce, lesioni, sequestro di
persona e abuso di autorità e di relazioni domestiche in danno alle persone
affidate in cura. Sui dirigenti, invece, gravava l'accusa di aver impartito
direttive ai loro collaboratori "perché ponessero in essere le violenze
nei confronti degli ospiti della struttura" e per avere concorso, con
educatori e collaboratori, "nei delitti di sequestro di persona" in
quanto "impartivano direttive volte alla contenzione indiscriminata e
arbitraria". Gli ospiti della struttura erano minori, affidati a
Cearpes dalle famiglie e dalle strutture sanitarie territoriali di provenienza:
ragazzi con disagio psichico a volte molto grave, allontanati dalle famiglie o
dalle comunità originarie a seguito di episodi di violenza o danni su cose o
persone, o su se stessi.
Il 26/12/2006
la CEARPES soc. coop. stipula un contratto di affitto d'azienda in favore della
Lilium soc. coop. sociale onlus, pattuendo come corrispettivo l'accollo da
parte dell'affittuaria dei debiti verso i lavoratori e di altre spese.
La decisione
di trasferire l'azienda ad altra società, la Lilium Soc. Coop. Sociale a.r.l.
ONLUS, era determinata dalla necessità di non interrompere il servizio»
(delicatissimo, che la cooperativa CEARPES r
non era al momento più in grado di fornire per le condizioni economiche in cui
versava») e 'di evitare la dispersione del patrimonio professionale della
stessa».
09 gennaio 2007
richiesta di
insolvenza da parte dell'ex presidente CEARPES Quattrocchi Dominique il quale
aveva già richiesto il procedimento di liquidazione coatta amministrativa alla
confcooperativa per inoltrarla al ministero dello sviluppo economico.
01
febbraio 2007
La società il
01/02/2007 è stata posta in liquidazione coatta amministrativa dal MINISTERO
DELLO SVILUPPO ECONOMICO, ai sensi dell'art. 2545 C.C. trovandosi
nell'impossibilità di esercitare qualsiasi attività economica.
novembre 2007
La CEARPES venne denunciata per bancarotta fraudolenta da parte dei
commissari liquidatori i Sig.ri Francesco
Arangio e Fabrizio Di Lazzaro di Roma e Dino Ricciuti di Pescara,
La Cooperativa CEARPES venne posta in liquidazione coatta amministrativa
e i suoi vertici furono accusati di aver ostacolato gli organi del fallimento nella
liquidazione dell'attivo. Secondo le accuse la presunta manovra avrebbe danneggiato i
creditori dell'azienda insolvente CEARPES e avrebbe reso difficile la
ricollocazione sul mercato di beni non immediatamente disponibili. La Procura
della Repubblica di Chieti (P:M: Dott. Giuseppe Falasca) rinvia a giudizio il sig. Quattrocchi
Dominique, quale presidente ed il sig. Porapinetti Gabrielle quale presidente della
LILIUM , per il reato di bancarotta fraudolenta.
|
LE ASSOLUZIONI
PER COOPERATIVA
CEARPES E LILIUM
27 giugno 2013 per bancarotta fraudolenta
La Corte
d'Appello dell'Aquila scagiona Dominique Quattrocchi (liquidatore di CEARPES) e
Gabriele Pompinetti (presidente di Lilium Soc Coop) dall'accusa di bancarotta
fraudolenta perché
il fatto non
sussiste.
17 gennaio 2014 32 imputati della vicenda CEARPES
Il
Tribunale di Chieti assolve dopo nove anni e con formula piena i 32 imputati
della vicenda CEARPES. I fatti non sussistono.
Emerge invece
a nove anni dall'inizio del processo, nel corso del dibattimento, la stima dei
professionisti interpellati come testimoni, riguardo al livello delle cure e
delle strutture offerte dalla CEARPES che ne hanno fatto un centro di assoluta
eccellenza.Si ristabilisce così la verità su di una struttura e sul suo
personale. I tempi troppo lunghi del processo, le tante accuse, il
sensazionalismo dei inedia, nel frattempo hanno sottratto alla società un punto
di riferimento di livello nazionale per la tutela dei minori.
Riportiamo di seguito alcune delle attestazioni di stima
registrate agli atti:
Si ricordi ad
esempio, quanto riferito all'udienza del 29.6.2012 dal teste Dott. Di Iorio
Giuseppe, psichiatra presso il centro di salute mentale di Chieti, che
all'epoca dei fatti svolgeva attività di specializzando:
"...
adesso nella mia esperienza professionale ne frequento tante di strutture come
servizio inviante e quello che faceva la CEARPES in termini di formazione,
supervisione, controllo da parte di terzi sul nostro operato, autocritica rispetto al potersi migliorare, addirittura
c'erano delle riunioni per dire come possiamo migliorarci. Il fatto di mettere
nero su bianco tutto quello che si facesse, non l'ho visto da nessuna altra
parte, ed io sono un servizio inviante che gira e mi stupisco quando chiedo del
materiale di cui i servizi invianti da me interrogati, non sanno neanche
l'esistenza. E un modello, secondo me, di eccellenza".
Ed ancora il
Prof. Francesco Bruno, la cui fama e professionalità è riconosciuta a livello
nazionale ed internazionale, consulente della difesa, escusso in data
9.11.2012, ha ribadito con quanta attenzione, cura e dedizione si operava
all'interno della CEARPES.
Analoghe e
motivate attestazioni di stima e di apprezzamento nei riguardi della meritoria
opera svolta dalla CEARPES si sono avute da parte di altri numerosi testi
escussi in dibattimento, soprattutto da parte di medici specialisti in
psichiatria, tra cui il Prof. Massimo Di Giannantonio, il Prof. Luigi Conte, il
Dott. Vitantontonio Di Fabio, la Dottoressa Angela Maccallini, il Dott.
Massimiliano Garzarella e la dott.ssa Clara Messner, nonché psicologi tra cui
la Dott.ssa Marcella Di Bernardo, la Dott.ssa Maddalena Fernando e la Dott.ssa.
Rita Lorito."
|
LE CONSEGUENZE
ED I NUMERI DELLE SUMMENZIONATE
ATTIVITÀ GIUDIZIARIE
26
Ventisei ragazzi per i quali si è interrotto il percorso comunitario e
terapeutico, che sono stati allontanati in altra struttura del Comune di
Spoltore, successivamente chiusa perché non in possesso dei requisiti minimi
previsti dalla legg, tra cui addirittura l'abitabilità della struttura stessa
ed addirittura senza supporto modico e/o sanitario.
4
Nel
prosieguo degli anni, quattro di questi ragazzi hanno subito procedimenti
penali per vari reati e sono stati rinchiusi in carcere. Altri dieci ragazzi
sono stati invece inseriti in strutture non comunitarie ad alto livello di
contenimento.
100
Cento
dipendenti hanno perso il proprio lavoro.
12
Dodici di questi si trovavano
in stato di reinserimento lavorativo, sette sono tornati purtroppo nel loro
precedente stato di tossicodipendenza.
3
Tre di
questi sono infine deceduti per overdose.
8.000.000 Otto milioni di Euro di
patrimonio perduto. La parte del patrimonio immobiliare rimasta nelle
disponibilità dei commissari della CEARPES, i Sig.ri Francesco Arangio e
Fabrizio Di Lazzaro di Roma e Dino Ricciuti di Pescara, ha perso ogni valore,
tanto che, a seguito dei ribassi d'asta, oggi vanno in vendita a meno di un
quinto del loro reale valore.
500.000
Cinquecentomila Euro di
patrimonio è stato sequestrato ai consiglieri di amministrazione della
cooperativa CEARPES e venduto per far fronte ai debiti accumulati nei confronti
degli Istituti di Credito.
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