La cooperativa CEARPES, oggi gestita dalla coop LILIUM, non era un lager ma
un centro di eccellenza a livello nazionale.
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Quei 32
operatori, in poche parole, erano mossi da uno stato di necessità.
Così, in sintesi, ha sentenziato con
formula piena, il 17 gennaio scorso a Chieti,
il giudice Patrizia
Medica
CHIETI.
Assolti con formula piena dopo nove anni. nessun maltrattamento e sequestro di
persona nel centro della cooperativa
CEARPES per adolescenti con problematiche psichiatriche gravi e gravissimi
di San Giovanni Teatino che oggi è gestito dalla coop LILIUM.
La
cooperativa Cearpes non era un lager
dove quei ragazzi, venuti in Abruzzo dall’Alto Adige, Trentino, Lombardia, Emilia
Romagna, Umbria, Marche, Sardegna, Calabria, Sicilia, Comune di Napoli, Comune
di Bari e da tante altre parti d’Italia, ricoverati nel centro anche su ordine
del giudice per i minori.
Quei 32
operatori, in poche parole, erano mossi da uno stato di necessità. Così, in sintesi, ha sentenziato con
formula piena, il 17 gennaio scorso a Chieti, il giudice Patrizia
Medica . Vince la
difesa dei 32 imputati assistiti da un drappello di avvocati (Borgia
Cesare, Supino Vittorio, Di Nunzio Aurelia, Azzariti Stefano, Angiolelli Dante,
vedere l’elenco completo in fondo all’articolo) e L’avvocato Pilotti Aielli che
in corso del processo ha duvuto lasciare la difesa del Presidente Quattrocchi Dominique e della Vice Presidente Cianci Maria Gabriela per motivi di
salute a favore degli studi Borgia ed Angiolelli.
Ecco
le formule pronunciate dal Pubblico
Ministero Giuseppe Falasca:
-il
fatto storico è introdotto nel dibattimento dal verbale di sommarie
informazioni acquisite ai sensi dell'art. 512 e. p. p. ma insufficiente a
sostenere l'accusa; il fatto non sussiste;
-nessuno
dei testimoni escussi, chiamato a riferire sui fatti ha saputo riportare
l'evento; il fatto non sussiste;
-il
fatto storico è introdotto nel dibattimento dal verbale di sommarie
informazioni acquisite ai sensi dell'art. 512 c. p. p. ma insufficiente a
sostenere l'accusa; il fatto non sussiste;
-assoluzione
perché il fatto non sussiste in quanto nessuno dei testimoni ha ricordato il
fatto
-l'istruttoria
dibattimentale non ha consentito affatto di ricostruire l'accaduto; il fatto
non sussiste;
-La
testimonianza per tale morivo non può essere posta a fondamento
dell'affermazione della responsabilità penale degli imputati essendo quantomeno
controversa la credibilità del racconto sotto, il profilo dell'esattezza dei ricorsi
della vittima e testimone dei fatti. Assoluzione per non avere commesso il
fatto;
-il
fatto perché nessuno dei testimoni ha ricostruito il fatto nel dibattimento, e
la stessa persona offesa non è stata in grado di dare il suo contributo alla
ricostruzione della segregazione.
Il
PM Giuseppe Falasca, nella stessa requisitoria all’udienza 15.11.2013 aveva affermato:
“Ebbene le sole
dichiarazioni introdotte tramite le dichiarazioni resa alla polizia giudiziaria
ed acquisite ai sensi dell'art. 512 c. p. p. costituiscono una probatio minor, come insegna la
giurisprudenza di legittimità in quanto devono trovare conforto in altre
elementi individuati dal giudice.”
chiedendo egli stesso l’assoluzione perché il fatto non sussiste per tutti gli
imputati
Ha
vinto la linea difensiva che è stata affermato da tutti difensori che può essere
sintetizzata in questi paragrafi dall’Avv. DANTE ANGIOLELLI della sua MEMORIA DIFENSIVA:
“La impostazione accusatoria, portata a conoscenza della
pubblica opinione fin dall'inizio delle indagini, attraverso notizie
filtrate agli organi di stampa ed amplificata in maniera
devastante dall'attività propalatrice dei mass media, ha condotto
alla mistificante e falsa rappresentazione della Comunità Cearpes come una sorta di comunità degli
orrori ovvero come un lager e luogo di torture, violenze e maltrattamenti per
sventurati minori.
Tutto
ciò è risultato nettamente e clamorosamente smentito e contraddetto dalle
univoche
risultanze probatorie e processuali, le quali hanno dimostrato che
invece l'attività della Società
Cooperativa Cearpes è stata svolta in maniera altamente
professionale e del tutto inappuntabile, a tutela e nell'interesse
dei minori da essa ospitati, con scrupolo, sacrificio e dedizione continuativi
ed indefessi sia da parte dei vertici e dirigenti di detta Cooperativa,
che da parte dei collaboratori e dipendenti ( assistenti, educatori, operatori
ecc.), con risultati terapeutici di significativa rilevanza positiva per i minori
stessi, affetti da gravi patologie psichiatriche, tramite l'ausilio costante di specialisti e
professionisti di primissimo ordine.
Contrariamente
a quanto si assume nelle ipotesi accusatorie, da parte sia dei vertici e dirigenti
della Società Cooperativa Cearpes come pure da parte dei collaboratori, educatori ed operatori di essa,
sono stati assicurati il migliore e più appropriato trattamento, cura e terapia
dei minori alla medesima affidati, tanto
da meritare alla medesima Cooperativa
Cearpes l'accredito di un centro di eccellenza a livello nazionale in tali
peculiari attività.”
“Il trattamento e la cura dei minori ospitati, per quel
che concerne anche le
terapie farmacologiche e l'uso della contenzione, sono avvenuti sulla base di un regolamento scritto approntato dai vertici della cooperativa Cearpes, quale versato in atti, contenente la
indicazione e descrizione delle mansioni demandate ai singoli
assistenti, educatori ed operatori della Cearpes e sulla base
di periodici corsi di aggiornamento, nonché sotto stretto ed assiduo controllo
medico, senza che sia possibile ravvisare in essi alcuna violazione delle regole e dei
protocolli di carattere sanitario vigenti in suhiecta materia né dei diritti e/o della salute psicofisica dei
minori ospitati, essendo posti in essere nel loro esclusivo interesse ed
a tutela della loro salute.”terapie farmacologiche e l'uso della contenzione, sono avvenuti sulla base di un regolamento scritto approntato dai vertici della cooperativa Cearpes, quale versato in atti, contenente la
A conforto di quanto detto, le difese hanno escusso
durante questo processo un significativo numero di professori e
medici specialisti, i quali hanno tutti ribadito una concorde e
positiva opinione in merito alle cure e trattamenti effettuati presso la
Cearpes dagli assistenti, educatori ed operatori della stessa.
Si
ricordi ad esempio, quanto riferito all'udienza del 29.6.2012 del teste Dott. Di
Iorio Giuseppe, psichiatra presso il Centro di Salute Mentale di Chieti, e che all'epoca dei
fatti svolgeva attività di specializzando:
"... adesso nella mia esperienza professionale
ne frequento tante di strutture come servizio
inviante e quello che faceva la Cearpes
in termini di formazione,
supervisione, controllo da parte di terzi sul nostro operato, autocritica rispetto al potersi migliorare,
addirittura c'erano delle riunioni per
dire come possiamo migliorarci. Il fatto di mettere nero su bianco tutto quello che si facesse, non l’ho visto da nessuna
altra parte, ed io sono un servizio
inviante che gira e mi stupisco quando chiedo del materiale di cui i servizi invianti da me interrogati, non sanno
neanche l'esistenza. E' un modello, secondo me, di eccellenza".
Ed ancora, sempre a dimostrazione dell'avanguardia nella
propria attività della struttura Cearpes
già nel 2003, detto teste Dott. Di Iorio, a precisa domanda della
difesa: "senta lei a parte quello
della Cearpes ha visto altri protocolli di contenzione
in giro nelle strutture?", rispondeva
che "nelle ASL ci si sta pensando
adesso -- anno 2012 (!!) — nel
senso che siamo in una fase di ristrutturazione dipartimentale in cui si sta ponendo il problema della
regolamentazione",
Ed ancora il Prof.
Francesco Bruno, la cui fama e professionalità è riconosciuta
a livello nazionale ed internazionale, consulente della difesa, escusso
in data 9.11.2012, ha ribadito con quanta attenzione, cura e dedizione, si
operava all'interno della Cearpes:
" la comunità aveva già una serie di regolamenti, di regole molto precise direi
addirittura ossessivamente ..." "io
sono pervenuto alle conclusioni che la Cearpes, almeno di cui chiaramente .„ „. ho visto i documenti di
regolamenti e così via, soprattutto per
ciò che faceva nei confronti degli utenti, di che cosa si occupava". Analoghe
e motivate attestazioni di stima e di apprezzamento nei riguardi della
meritoria opera svolta dalla Cearpes si sono avute da parte di altri numerosi
testi escussi in dibattimento, soprattutto da parte di medici specialisti
in psichiatria, tra cui il Prof. Massimo
Di Giannantonio, il
Prof. Luigi Conte, il Dott. Vitantontonio Di Fabio, la Dottoressa Maccallini Angela, il Dott.
Massimiliano Garzarella e la dott.ssa Clara Messner, nonché
psicologi tra cui la Dott.ssa Marcella
Di Bernardo, la Dott.ssa
Maddalena Fernando e la Dott.ssa. Rita Lorito.”
Dalla memoria dell’avvocato Aurelia Di Nunzio si evidenzia:
Il Consulente Dott.
Francesco Bruno sulla base della diagnosi, dopo aver esaminato la cospicua documentazione
sanitaria, ha ritenuto trattarsi di
soggetto con problemi talmente gravi di sviluppo
adattativo da renderlo del tutto incapace di seguire leggi, norme, ordini e regolamenti e quindi incapace di controllare i suoi comportamenti. Questa condizione, se unita all'impossibilità emotiva di
regolare il suo comportamento sulla base
delle reazioni dell'altro, certamente ne fa un soggetto mentalmente non idoneo
a testimoniare ( vedasi relazione del dott. Francesco Bruno),
Il Prof. Di
Giannantonio Massimo sentito ha dichiarato che i
casi trattati da Cearpes sono tutti
gravi e gravissimi e a domanda precisa della difesa se anche ".....turbe del
comportamento e di personalità, comportamento impulsivo e oppositivo" fossero anch'esse patologie
gravi, ha risposto che sono tutte gravi e
gravissime"
Tutti gli psichiatri, neuropsichiatri, psicologi sentiti
hanno confermato che, per questi pazienti la falsata
rappresentazione della realtà, la manipolazione dei fatti, costituisce la regola perché
fortemente connaturale alla patologia dalla
quali sono affetti.
E' emerso che la Cearpes era struttura di assoluto livello
nel centro.-sud dove i
ragazzi venivano collocati dai servizi pubblici, dove veniva predisposto un programma psico-comportamentale personalizzato finalizzato al raggiungimento di determinati obiettivi in relazione ai vari aspetti di criticità, Una struttura dove si tenevano registri giornalieri per le attività svolte e gli interventi praticati su ogni utente, una struttura con formazione continua per gli operatori, una struttura dove si tenevano riunioni d'equipe e di staf, munita di personale specializzato e medici specialisti interni ed esterni, una struttura che, di fronte all'esigenza di gestire situazioni di alta criticità relativa alla pericolosa aggressività degli utenti si è posta problema di redigere un protocollo con le linee-guida necessarie redatte dopo la consultazione di specialisti in campo medico e giuridico; una struttura che si relazionava costantemente con i servizi invianti e i Tribunali per minorenni mettendoli al corrente dell'esecuzione del programma e delle problematiche connesse.
ragazzi venivano collocati dai servizi pubblici, dove veniva predisposto un programma psico-comportamentale personalizzato finalizzato al raggiungimento di determinati obiettivi in relazione ai vari aspetti di criticità, Una struttura dove si tenevano registri giornalieri per le attività svolte e gli interventi praticati su ogni utente, una struttura con formazione continua per gli operatori, una struttura dove si tenevano riunioni d'equipe e di staf, munita di personale specializzato e medici specialisti interni ed esterni, una struttura che, di fronte all'esigenza di gestire situazioni di alta criticità relativa alla pericolosa aggressività degli utenti si è posta problema di redigere un protocollo con le linee-guida necessarie redatte dopo la consultazione di specialisti in campo medico e giuridico; una struttura che si relazionava costantemente con i servizi invianti e i Tribunali per minorenni mettendoli al corrente dell'esecuzione del programma e delle problematiche connesse.
Una struttura di eccellenza, così corre è stata definita
dai testi ascoltati.
Non è
emersa nessuna situazione dalla quale possa emergere un abuso del mezzo di contenzione poiché attuato sulla base di un
protocollo preciso con l'assistenza dei medici e infermieri e con il monitoraggio preciso dei paziente e con
durata limitata allo stretto
necessario alla ripristino della situazione di normalità
Come di seguito
precisato dallo studio Studio
Legale e Tributario Supino- Iezzi & Associati
Dalla Sentenza del Tribunale minorenni Bari 02 luglio 2009
Il
ricorso all’uso dei mezzi di contenzione in ipotesi di soggetto vittima di
comportamenti scompensati dal punto di vista neuropsichiatrico è consentito
come " " extremaratio"", in casi eccezionali, quando vi sia
un concreto pericolo per l’incolumità personale e sempre nel rispetto della
persona umana, che deve essere interpretato in maniera estremamente rigorosa
quando si tratti di un minore. Nel processo valutativo il Giudice deve
contemperare la situazione concreta che affligge il minore, avvalendosi del
supporto tecnico necessario in tali casi, con i criteri guida offerti dalla
legge, segnatamente dagli art. 60 R.d. n 615 del 1909 e art. 1 l. n. 180 del
1978, incorporata nella l. n. 833 del 1978 istitutiva del S.s.n.
L’elenco
degli assolti è lungo, eccolo: Dominique Quattrocchi, 52 anni, nato a Anncey
(Francia) e residente a San Giovanni Teatino; Fulvio Iosi, 48, nato a Foggia e residente a San Giovanni
Teatino; Fioralba Ferrante, 38, nata a Chieti e residente a Torrevecchia
Teatina; Franco Tambone, 39 anni, di Pescara; Francesco Vergato, 40, nato a Salerno e residente a Collecorvino (Pescara); Francesca Ficorilli, 32, di
Sulmona (L’Aquila); Marco
Pierdomenico, 42, nato a Chieti e residente a Casalincontrada; Antonio Potere,
35, nato a Pescara e residente a Manoppello (Pescara); Vittorio Lupinetti, 43
anni, nato a Chieti e residente a Città Sant’Angelo (Pescara); Ernesto Caranci,
37, nato a Venafro (Isernia) e
residente a Pescara; Nadir Scilinguo, 34, nato a Lungro (Cosenza) e residente a Pescara; Giuseppina Armideo, 56, di Fara San
Martino; Filomena Pantalone, 33, nata a Chieti e residente a Ripa Teatina;
Maria Gabriella Cianci, 52, di Pescara; Stefania Nunziata, 34, nata a Napoli e
residente a Palma Campania (Napoli); Annarita D’Alberto, 53, di Pescara; Dario
Rosato, 34, di Guardiagrele; Roberto
Rascato, 36, nato a Sorrento (Napoli) e residente a Lanciano;
Giovanni Castriotta, 45, nato a Manfredonia (Foggia) e residente a Chieti;
Cristina Masci, 29, di Pescara; Ileana Faieta, 39, nata a Pescara e residente
ad Alanno (Pescara); Shyqyri Ceka, 48, nato a Tirana (Albania) e residente a
Montesilvano (Pescara); Luigi Russo, 32, nato a Terlizzi (Bari) e residente a Ruvo di Puglia
(Bari); Massimiliano D’Onofrio, 35, nato a Ortona e residente a Francavilla al
Mare; Valeria Argentieri, 39, nata a Popoli (Pescara) e residente a Torre de’
Passeri (Pescara); Annarita Coletti, 45, di Bussi sul Tirino (Pescara);
Francesco Savino Lasala, 38, di Barletta; Umberto Di Rocco, 48, di Pescara;
Marco Vignetti, 39, di Pescara; Vincenzo Panzella, 45, nato a Yverdon
(Svizzera) e residente a Casoli; Francesco Covella, 38, nato a Chieti e residente a Torrevecchia Teatina
e Andrea Lepore, 44 anni, di Chieti.
Avvocati della difesa
|
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Avv Nome
|
Avv cognome
|
città
|
Dante
|
Angiolelli
|
Pescara
|
Stefano
|
Azzariti
|
Chieti
|
Cesare
|
Borgia
|
Pescara
|
Guido
|
Brandimarte
|
Chieti
|
Angela
|
Bucci
|
Guardiagrele
|
Sergio
|
Della Rocca
|
Pescara
|
Raffaella
|
Di Giovanni
|
|
Aurelia
|
Di Nunzio
|
Pescara
|
Giovanni
|
Golini
|
Pescara
|
Sergio
|
Iannucci
|
Pescara
|
Michele
|
Ippedico
|
Ruvo di Puglia (Bari)
|
Antonio
|
Luciani
|
Francavilla Al Mare
|
Aielli
|
Pilotti
|
Pescara
|
Renato
|
Renzi
|
|
Barbara
|
Rosati
|
Lanciano
|
Domenico
|
Russi
|
Pescara
|
Agostino
|
Russo
|
Pescara
|
Luca
|
Scaricaciottoli
|
Lanciano
|
Vittorio
|
Supino
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Chieti Scalo
|
Stefania
|
Trozzi
|
Pescara
|
Per informazione:
Lilium Soc. Cooperativa Sociale a r.l. ONLUS
- Sede Legale: via Verdi, 18 - 66020 San Giovanni Teatino (CH) Italia
Tel./fax Uffici Amministrativi +39 085.9431044 / +39 085.9431264 -
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