04/11/2009 - ESPOSTO - UNA DONNA DI 31 ANNI RACCONTA IL SUO CALVARIO CON DUE ADERENTI ALLA SETTA. E’ STATA «LIBERATA» DAI GENITORI
"Obbligata a consegnare i miei beni, se mi ribellavo mi picchiavano"
TORINO
Segregata, privata dei soldi e di tutti i suoi averi, costretta a lavorare per mesi senza stipendio e indotta a diventare una seguace di Scientology. La storia - triste ed angosciante - di Marina (nome di fantasia), professionista torinese di 31 anni, sarà al centro di un’indagine giudiziaria della procura. In un lungo esposto, presentato dal suo legale di fiducia, Loredana Gemelli, racconta di un lungo «calvario», organizzato, in ogni dettaglio, da due presunti fedeli della Chiesa di Scientology: un uomo e una donna. Lui imprenditore, lei segretaria. Il primo rivestirebbe un ruolo di rilievo all’interno di una delle sedi del Nord-Est; la seconda sarebbe una «fanatica discepola» di L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, complice ed anche esecutrice di violenze psicologiche e vessazioni di ogni tipo.
«Nel maggio 2009, X ha cominciato a parlarmi dell’organizzazione di Scientology, della quale era diventato devoto seguace, consigliandomi l’adesione visti i grandi benefici che diceva di avere ricevuto... diceva di essere un “clear”, spesso in viaggio, diretto nella sede di Copenhagen...». «Dopo il primo mese, i due iniziavano a propormi continuamente la lettura di libri riguardanti la filosofia dell’organizzazione...». E ancora: «In particolare, dopo il primo mese di lavoro (in una società gestita dall’adepto) i due cominciavano un ossessivo trattamento, volto ad indottrinarmi; la lettura dei libri era diventata
obbligatoria e dopo ero costretta a scrivere delle relazioni su ciò che avevo fatto di sbagliato nella vita. Dovevo farlo dopo il lavoro, tra le 18 e le 24, alla presenza dell’adepta».«Nel maggio 2009, X ha cominciato a parlarmi dell’organizzazione di Scientology, della quale era diventato devoto seguace, consigliandomi l’adesione visti i grandi benefici che diceva di avere ricevuto... diceva di essere un “clear”, spesso in viaggio, diretto nella sede di Copenhagen...». «Dopo il primo mese, i due iniziavano a propormi continuamente la lettura di libri riguardanti la filosofia dell’organizzazione...». E ancora: «In particolare, dopo il primo mese di lavoro (in una società gestita dall’adepto) i due cominciavano un ossessivo trattamento, volto ad indottrinarmi; la lettura dei libri era diventata
Un incubo. A Marina hanno tolto tutto: carte di credito, assegni, gioielli, custoditi nella cassaforte dell’azienda. Le danno 50 euro alla settimana, per il cibo. Privata di ogni autonomia, sorvegliata 24 su 24 ore. Alla fine, ridotta a uno scheletro: «Pesavo 39 chili, dormivo solo quattro ore per notte, sempre sotto accusa per gli scarsi risultati lavorativi...».
«...In seguito, siccome cercavo di ribellarmi, l’indottrinamento si fece più pressante, adesso ero costretta a leggere i libri di Scientology in presenza dei due soggetti, i quali mi chiedevano poi la spiegazione di quanto letto e in caso di non comprensione, mi toccava di rileggere gli stessi passi più e più volte... Mi dicevano che la ragazza che aveva lavorato undici anni in quell’ufficio, era stata licenziata perché si rifiutava di seguire le teorie di Scientology...».
Accuse pesanti. Alle fine, dopo mesi di pressing, mentre l’orario di lavoro si fa sempre più massacrante e il diktat di studiare i libri di Hubbard sempre più imperioso, il presunto «clear» passa all’attacco. Vuole soldi: esattamente un assegno da 30 mila euro, a titolo di garanzia per le spese che «stava sostenendo»
. Marina riesce a resistere. E loro la costringono a telefonare ai genitori, per farsi inviare un nuovo libretto degli assegni e la carta di credito, poiché quella che le avevano sottratto era nel frattempo scaduta.
La professionista tenta di ribellarsi, non vuole più sottostare al regime di schiavitù e di violenza psicologica; la donna che la sorveglia, mentre lei «ormai stremata» le aveva detto piangendo di volersene andare, perde ogni controllo: «Dopo un litigio mi afferrava per il collo e mi sbatteva contro il muro, e subito dopo affermava che lo faceva per il mio bene e anche lei aveva vissuto la stessa esperienza».
La salvezza arriva la notte del 31 luglio. I genitori di Marina, insospettiti dalla telefonata della figlia, si sono precipitati in quella città del Nord Est e l’hanno liberata dai suoi presunti persecutori. Che avrebbero preteso ancora altri soldi. «Una volta rientrata a Torino, feci bloccare il bancomat e le carte di credito. Scoprii che, in tutto quel tempo, mi avevano accreditato, come stipendio per il mio lavoro, solo 700 euro». Il danno e la beffa.
Scientology definisce «Clear» l'essere umano libero dai suoi traumi (e cosciente della sua «mente reattiva»). Il cammino verso lo stato di «Clear» passa attraverso diversi livelli di «auditing», una tecnica uno-a-uno tra un praticante (detto auditor) che pone domande e un paziente» (detto preclear). I livelli di auditing, detti «Gradi», come tutti i corsi e i servizi di Scientology, sono a pagamento.
La Chiesa di Torino: «Non siamo a conoscenza di questi fatti»La Chiesa di Scientology di Torino, interpellata per una replica rispetto al contenuto dell’esposto-denuncia, ha risposto, attraverso l’addetto stampa, Giuseppe Cicogna, responsabile degli Affari Pubblici,
con una stringata e-mail,: «Non possiamo rispondere analiticamente non essendo a conoscenza dei fatti. Grosso modo ci sembra rientrare in quell’atteggiamento nei confronti della Chiesa di Scientology che spesso appartiene più alle redazioni dei giornali che alla vita. Oltretutto la disinvoltura con cui il giornale ci ha comunicato che non poteva farci avere ulteriori informazioni perché contenute in un documento coperto da segreto istruttorio di cui copia, appare particolarmente grave sia pure nel bilanciamento del diritto di cronaca».
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