venerdì 21 febbraio 2014

“Formazione di base dei soci che seguono/seguiranno bambini/giovani in difficoltà di relazione sociale/ scolastica e disabili, inserendoli in gruppi di animazione con bambini/giovani che vivono in condizioni familiari normali”.




CENTRI DI ESERCITAZIONE AI METODI DELL'EDUCAZIONE ATTIVA

Stage:
“Formazione di base dei soci che seguono/seguiranno bambini/giovani in difficoltà di relazione sociale/ scolastica e disabili, inserendoli in gruppi di animazione con bambini/giovani che vivono in condizioni familiari normali”.







Partecipanti:                                       

Marco Pierdomenico
Sefora F. Pistillo
c/o Ancona: 4-5-6-7-8 Dicembre 2010
L’esperienza formativa che si è svolta ad Ancona ha permesso, attraverso l’applicazione e la conoscenza dei principi[1] fondamentali C.E.M.E.A., di affrontare e conoscere le problematiche legate alla costituzione e all’organizzazione di Centri Estivi.
Trattandosi di argomenti legati al mondo del bambino è stato possibile confrontarsi sulle eventuali prospettive e sui probabili metodi educativi applicabili in campo terapeutico. 
Negli stage e nelle attività dei C.E.M.E.A. si cerca di costruire una situazione-tempo tranquilla per privilegiare ciò che si apprende ma nel pieno rispetto delle persone che sono in situazione di crescita, della loro integrità, della loro storia e del loro essere in situazione.
La particolarità delle esperienze C.E.M.E.A. è quella di affrontare l'apprendimento
tenendo presente i vari aspetti della persona, i vari “mondi” che si muovono in ogni essere umano: ovvero la componente affettiva, logica, dell'immaginazione, degli ideali
Tutto è incentrato sull’importanza dell’individuo inserito in un contesto,  il cosiddetto Gruppo Vita  che a sua volta fa parte del Grande Gruppo: si tratta di considerare comunque e sempre l’ individuo come parte di un gruppo senza trascurare la sua particolarità e la sua individualità.
Proprio in questa prospettiva si è largamente parlato dell’importanza della fase dell’Accoglienza  letta in termini di accettazione dell’altro e di ascolto del bisogno del bambino.
Quando si organizzano e si svolgono attività con i bambini è importante tener presenti le loro esigenze, e non solo alcune o soltanto all’inizio come spesso accade. 
Bisogna pensare a delle attività fatte “a misura del bambino”: è l’adulto che deve seguire e adeguarsi al ritmo del bambino dando la possibilità a tutti i membri del gruppo di partecipare senza che nessuno si disorienti dalla principale attività che è appunto il gioco.
Per i bambini che giocano per divertirsi non c'è nessuna differenza tra il gioco e ciò che un adulto potrebbe considerare come un lavoro. Attraverso il gioco, infatti,  il bambino incomincia a comprendere come funzionano le cose: che cosa si può o non si può fare con determinati oggetti,  si rende conto dell'esistenza di leggi del caso e della probabilità
e di regole di comportamento che vanno rispettate.
L'esperienza del gioco insegna al bambino ad essere perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità.
Si tratta di un processo attraverso il quale diventa consapevole del proprio mondo interiore e di quello esteriore,  incominciando ad accettare le legittime esigenze di queste sue due realtà.
In tale contesto non va certo sottovalutato il ruolo dell’operatore che deve avere la capacità, in un gruppo di bambini, di saper leggere la situazione e all’interno della stessa deve essere in grado di far scattare la “molla” per mandare avanti ed indietro modulando e ricercando strategie, sempre in funzione delle esigenze del bambino,  l’equilibrio del gruppo.
L’operatore deve essere, quindi,  il “termometro” del gruppo dei bambini con cui lavora e deve regolarsi  anche in base alla percezione che il gruppo stesso ha della sua persona in quanto, spesso,  la percezione che i bambini hanno degli adulti è molto più funzionale rispetto a quello che lo stesso adulto  cerca di avere.


I tempi delle giornate dello stage erano strutturati in modo da favorire e permettere, oltre che una conoscenza teorica rispetto ai suddetti argomenti, anche la realizzazione di molteplici attività pensate accuratamente con scopi e finalità differenti per promuovere una maggiore consapevolezza delle proprie capacità individuali e una maggiore compartecipazione all’interno dei  gruppi vita e del grande gruppo.
Lo stage ha previsto la partecipazione ad attività musicali e di movimento con danze, canti e giochi danzati che consentono di entrare in primis in contatto con se stessi,  poi
con gli altri membri del gruppo offrendo a tutti la possibilità di scoprire o riscoprire l’importanza e la ricchezza del linguaggio del corpo.
Inoltre, per incentrare l’attenzione sulla valenza educativa dei giochi quali promotori di regole siamo stati protagonisti di giochi sportivi, giochi d’atmosfera e giochi di conoscenza che ci hanno permesso di sperimentare differenti dimensioni dell’attività ludica. 
Infine, abbiamo preso parte ad alcuni laboratori manuali basati sul fare, progettare e costruire oggetti (biglietti d’auguri, portatovaglioli, giochi da tavola ecc.)  per affinare e scoprire le proprie capacità creative, tutto ciò in un’atmosfera di familiarità e condivisione basata sul confronto tra individui che ha certamente favorito lo sviluppo della relazione con l’altro attraverso il lavorare insieme.




[1] *  1. Ogni essere umano puo' svilupparsi e perfino trasformarsi nel corso della sua vita. Egli ne ha l'aspirazione e le possibilità
    * 2. Non c'è che un'educazione: essa si rivolge a tutti ed è di ogni momento
    * 3. La nostra azione è condotta in contatto diretto e costante con la realtà
    * 4. Ogni essere umano, senza distinzione d'età, d'origine, di convinzioni, di cultura, di situazione sociale, ha diritto al nostro rispetto e alla nostra considerazione
    * 5. L'ambiente ha una importanza fondamentale nello sviluppo dell'individuo


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