CENTRI DI ESERCITAZIONE AI METODI DELL'EDUCAZIONE ATTIVA
Stage:
“Formazione
di base dei soci che seguono/seguiranno bambini/giovani in difficoltà di
relazione sociale/ scolastica e disabili, inserendoli in gruppi di animazione
con bambini/giovani che vivono in condizioni familiari normali”.
Partecipanti:
Marco Pierdomenico
Sefora F. Pistillo
c/o Ancona: 4-5-6-7-8
Dicembre 2010
L’esperienza formativa che si è svolta ad
Ancona ha permesso, attraverso l’applicazione e la conoscenza dei principi[1]
fondamentali C.E.M.E.A., di affrontare e conoscere le problematiche legate alla
costituzione e all’organizzazione di Centri Estivi.
Trattandosi di argomenti legati al mondo
del bambino è stato possibile confrontarsi sulle eventuali prospettive e sui
probabili metodi educativi applicabili in campo terapeutico.
Negli stage e nelle attività dei C.E.M.E.A.
si cerca di costruire una situazione-tempo tranquilla per privilegiare
ciò che si apprende ma nel pieno rispetto delle persone che sono in situazione
di crescita, della loro integrità, della loro storia e del loro essere in
situazione.
La particolarità delle esperienze
C.E.M.E.A. è quella di affrontare l'apprendimento
tenendo presente i vari
aspetti della persona, i vari “mondi” che si muovono in ogni essere umano:
ovvero la componente affettiva,
logica,
dell'immaginazione,
degli ideali.
Tutto è incentrato sull’importanza
dell’individuo inserito in un contesto,
il cosiddetto Gruppo Vita che a sua volta fa parte del Grande Gruppo:
si tratta di considerare comunque e sempre l’ individuo come parte di un gruppo
senza trascurare la sua particolarità e la sua individualità.
Proprio in questa prospettiva si è
largamente parlato dell’importanza della fase dell’Accoglienza
letta in termini di accettazione dell’altro e di
ascolto del bisogno del bambino.
Quando si organizzano e si svolgono
attività con i bambini è importante tener presenti le loro esigenze, e non solo
alcune o soltanto all’inizio come spesso accade.
Bisogna pensare a delle attività fatte “a
misura del bambino”: è l’adulto che deve seguire e adeguarsi al ritmo del
bambino dando la possibilità a tutti i membri del gruppo di partecipare senza
che nessuno si disorienti dalla principale attività che è appunto il gioco.
Per i bambini che giocano per divertirsi
non c'è nessuna differenza tra il gioco e ciò che un adulto potrebbe
considerare come un lavoro. Attraverso il gioco, infatti, il bambino incomincia a comprendere come
funzionano le cose: che cosa si può o non si può fare con determinati
oggetti, si rende conto dell'esistenza
di leggi del caso e della probabilità
e di regole di comportamento che vanno
rispettate.
L'esperienza del gioco insegna al bambino
ad essere perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità.
Si tratta di un processo attraverso il
quale diventa consapevole del proprio mondo interiore e di quello
esteriore, incominciando ad accettare le
legittime esigenze di queste sue due realtà.
In tale contesto non va certo sottovalutato
il ruolo dell’operatore che deve avere la capacità, in un gruppo di bambini, di
saper leggere la situazione e all’interno della stessa deve essere in grado di
far scattare la “molla”
per mandare avanti ed indietro modulando e ricercando strategie, sempre in
funzione delle esigenze del bambino,
l’equilibrio del gruppo.
L’operatore deve essere, quindi, il “termometro” del gruppo dei
bambini con cui lavora e deve regolarsi
anche in base alla percezione che il gruppo stesso ha della sua persona
in quanto, spesso, la percezione che i
bambini hanno degli adulti è molto più funzionale rispetto a quello che lo
stesso adulto cerca di avere.
I tempi delle giornate dello stage erano
strutturati in modo da favorire e permettere, oltre che una conoscenza teorica
rispetto ai suddetti argomenti, anche la realizzazione di molteplici attività
pensate accuratamente con scopi e finalità differenti per promuovere una
maggiore consapevolezza delle proprie capacità individuali e una maggiore
compartecipazione all’interno dei gruppi
vita e del grande gruppo.
Lo stage ha previsto la partecipazione ad
attività musicali e di movimento con danze, canti e giochi danzati che
consentono di entrare in primis in contatto con se stessi, poi
con gli altri membri del gruppo offrendo
a tutti la possibilità di scoprire o riscoprire l’importanza e la ricchezza del
linguaggio del corpo.
Inoltre, per incentrare l’attenzione sulla
valenza educativa dei giochi quali promotori di regole siamo
stati protagonisti di giochi sportivi, giochi d’atmosfera e giochi di
conoscenza che ci hanno permesso di sperimentare differenti dimensioni
dell’attività ludica.
Infine, abbiamo preso parte ad alcuni
laboratori manuali basati sul fare, progettare e costruire oggetti (biglietti
d’auguri, portatovaglioli, giochi da tavola ecc.) per affinare e scoprire le proprie capacità
creative, tutto ciò in un’atmosfera di familiarità e condivisione basata sul
confronto tra individui che ha certamente favorito lo sviluppo della relazione
con l’altro attraverso il lavorare insieme.
[1]
*
1. Ogni essere umano puo' svilupparsi e perfino trasformarsi nel corso
della sua vita. Egli ne ha l'aspirazione e le possibilità
* 2. Non c'è che un'educazione: essa si
rivolge a tutti ed è di ogni momento
* 3. La nostra azione è condotta in
contatto diretto e costante con la realtà
* 4. Ogni essere umano, senza distinzione
d'età, d'origine, di convinzioni, di cultura, di situazione sociale, ha diritto
al nostro rispetto e alla nostra considerazione
* 5. L'ambiente ha una importanza
fondamentale nello sviluppo dell'individuo
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