sabato 30 novembre 2013

Sotto assedio nel mondo Scientology cresce in Italia

Solo esenzioni fiscali e, attraverso onlus collegate, l’accesso al 5 per
mille. Eppure è già stata condannata in Cassazione. Per truffa
e circonvenzione
Quanto conta Scientology in Italia? Quanti soldi drena nel
Belpaese l’organizzazione? Di quali insospettabili complicità
nostrane gode? Chi controlla che le sue discusse pratiche –
oggetto di indagini giudiziarie e parlamentari in varie parti del
mondo – non violino la legge? Salita agli onori delle cronache
per il recentissimo film The Master e per il divorzio fra Tom
Cruise e Katie Holmes, in Italia quella che si autodefinisce una
“religione” non è mai stata sottoposta a una indagine governativa
né a una commissione d’inchiesta parlamentare. Eppure, i
governi di Svizzera (Rapporto della Commissione Consultiva
della Sicurezza dello Stato, luglio 1998), Germania (Rapporto
Jaschke del 1995 e Rapporto “Sette e Psicogruppi”, presentato al
governo dal parlamento tedesco, giugno 1998) e Belgio
definiscono ufficialmente Scientology come un culto totalitario.
In Germania, in particolare, nel dicembre del 2007, il ministro
dell’Interno Wolfgang Schäuble e i responsabili dell’Interno dei
16 Stati federali hanno concordato di «non considerare
Scientology un’organizzazione compatibile con la costituzione»
aprendo quindi la strada per una possibile messa al bando. In
Francia, un’indagine parlamentare (Rapporto Guyard, 1995) ha
classificato l’organizzazione come un culto pericoloso; e
Scientology è stata condannata per truffa nell’ottobre 2009 e a
una multa di 600.000 euro. In Gran Bretagna, Scientology non
raggiunge gli standard legali per essere considerata una
religione. Anche il Parlamento europeo già nel 1997,
occupandosi del fenomeno settario in Europa, cita più volte
Scientology come esempio di “setta”.
Scarsi controlli in Italia. E in Italia? Curiosamente, il nostro
Paese – pur non avendo firmato accordi di riconoscimento come
quelli con le Chiese protestanti – ha nei fatti accordato, con una
sentenza della Cassazione, l’esenzione fiscale a Scientology.
La quale inoltre, attraverso onlus di propria emanazione, può
anche accedere al 5 per mille. Una benevolenza discutibile,
quella dello Stato italiano, considerato che attraverso i suoi
costosi corsi Scientology raccoglie ingenti somme di denaro che
le hanno permesso di aprire centri a Milano, Torino, Verona,
Pordenone, Padova, Brescia, Novara, Avellino e Roma, solo per
citare quelli più importanti. Il cash flow è continuo perché i corsi
di Dianetics sono molto onerosi e coloro che non hanno
sufficienti soldi vengono ingaggiati come personale di servizio e
di amministrazione, facendo firmare agli adepti un contratto per
cui, se vogliono lasciare Scientology, sono tenuti al rimborso dei
corsi frequentati. Il contratto in questione fa sì che per l’irrisoria
cifra di 50 euro la settimana l’adepto, detto “preclear” (non
perché sprovvisto di shampoo, ma nel senso che non ha ancora le
idee chiare sulla vita), lavori senza fiatare sottoscrivendo una
clausola in cui è scritto: «L’importo del compenso è
assolutamente variabile e dipende interamente dall’introito
settimanale dell’associazione, indipendentemente dalla qualità e
quantità del lavoro da me svolto». Roba da far schiumare di
invidia la Confindustria. Poco dopo si precisa che «l’Associazione
svolge la sua attività tutti i giorni dalle ore 9 alle 23, pertanto la
mia collaborazione al suo interno dovrà essere concordata in
relazione a tali orari». Il contratto recita che in qualsiasi
momento il povero “pre-clear” può essere espulso «quando
risulti la sua indisponibilità e/o contrarietà verso i fini della
Chiesa stessa, senza che a tal fine siano determinati la qualità o
la quantità della sua attività, i risultati di essa, il suo
comportamento». C’è da chiedersi se un contratto di questo tipo
sia lecito e come mai Ufficio Provinciale del lavoro, Comune,
Regione e sindacati accettino che, nella civile Milano dell’anno
2012, delle persone in cerca di aiuto firmino “accordi” di questo
tipo.
Le indagini e le condanne. Chi non ha dubbi in merito
all’illiceità di simili pratiche è il Procuratore capo aggiunto
Tribunale di Milano, Pietro Forno, l’unico magistrato che, negli
Anni 90, abbia messo sotto indagine Scientology, nel processo
denominato “Segalla Gabriele +77”. «Gli adepti di Scientology
amano raccontare che loro non sono mai stati sottoposti a
condanne, ma non è vero perché la mia inchiesta si è conclusa
con condanne in Cassazione per reati come la truffa e la
circonvenzione di incapace», spiega il pm. «La loro fortuna è
stata che all’epoca non esisteva ancora il reato di riduzione in
schiavitù, che oggi fa parte del nostro codice penale, l’articolo
600. Persone fragili e disturbate vengono convinte a entrare con
un test della personalità realizzato attraverso un presunto
misuratore di energia, l’e-meter. Creato l’aggancio comincia il
salasso, perché chi entra viene sottoposto sempre a 2-3 cicli di
“cura”. È una voragine progressiva, si precipita in un
meccanismo senza ritorno, con esborsi consistenti. E chi non
versa viene sottoposto a pressioni, che possono configurare il
reato di estorsione».
Il magistrato spiega che un altro modo di attrarre seguaci è la
conquista di famiglie alle prese con il problema della droga. «I
centri anti-droga Narconon altro non sono che Scientology»,
avverte Forno. «Genitori disperati di figli tossicodipendenti
vengono sottoposti al lavaggio del cervello e truffati».
Situazioni vissute da una signora dell’alta borghesia industriale,
Maria Pia Gardini, cugina di Raoul, entrata in Scientology nel
1985 per assistere la figlia tossicodipendente. Nonostante sia
gravemente ammalata, la signora Gardini dal suo letto di
ospedale con coraggio denuncia: «Io considero Scientology una
setta piramidale, che mira ai soldi. A me hanno portato via un
milione e 800mila dollari. Ormai sono forti anche in Italia, sono
dappertutto. Sfruttano i giovani. Fanno lavorare ragazzi che non
hanno un euro in tasca per 50 euro la settimana, dalle 10 di
mattina alle 11 di sera».
Quanto al reclutamento, Maria Pia Gardini spiega: «Data la crisi
e il fatto che c’è poca gente con molti soldi, prendono tutto quello
che c’è da tirar su. Loro fanno i soldi con i corsi, ai più alti livelli
costano anche mille dollari l’ora. Io sono entrata solo per cercare
di aiutare mia figlia Federica ma non ci sono riuscita, è morta.
In realtà con loro non è possibile curarsi, devi prendere vitamine
e polverine che non servono a nulla. La chiesa cattolica dovrebbe
battersi con più forza contro Scientology, che fa business con la
fede».
Anche lo stilista Claudio Lugli, che con la moglie ha fatto parte di
Scientology, ha raccontato di esserne uscito distrutto. Simonetta
Po, ex adepta ora animatrice del sito www.allarmescientology.it,
spiega: «Il dieci per cento dei soldi versato da chi entra va al
reclutatore. C’è quindi un incentivo economico, è una catena
sant’Antonio. Dopo lo stato di clear si può diventare auditor e
allora bisogna comprare l’e-meter, costa sui 5.000 dollari. Di
soldi ne girano tanti. E i volontari vengono pagati nulla. Ma
dentro ci sono persone che ci credono veramente».
Difensori di rango. Nonostante testimonianze di questo tipo
siano ormai numerose, Scientology ha trovato difensori
importanti. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, avvocato di
Scientology al tempo del processo del pm Forno, nel ’97 (come
già il padre Giandomenico tra l’89 e il ’95) esultava perché in
Cassazione la corte, pur avendo confermato le altre condanne,
aveva annullato quella d’appello per associazione a delinquere:
«ln questa sentenza viene affermato un principio fondamentale
per una società democratica: non può essere né lo Stato né la
magistratura a dare una definizione di religione, perché se così
fosse verrebbe violato il principio della libertà religiosa sancito
dall’art. 8 della Costituzione. I pubblici poteri non possono
sostituirsi alla coscienza individuale nella valutazione di ciò che
attiene alla sfera della religione e della fede, e meno che mai
elaborare criteri alla stregua dei quali giudicare se una
determinata associazione possa considerarsi o meno di carattere
religioso» (Ansa, 27 ottobre 1997).
Pisapia stigmatizzava: «I magistrati debbono perseguire fatti
specifici e non occuparsi di questioni che attengono alla sfera
della morale e della coscienza individuale».
Non crediamo che oggi il sindaco di Milano sia d’accordo che dei
suoi concittadini lavorino senza controlli per 200 euro al mese.
Scientology, peraltro, non ha mai risparmiato sugli avvocati,
avvalendosi di big come Della Valle, Biondi, Spazzali, Coppi.
Oggi il sodalizio è assistito dall’avvocatessa Daria Pesce, già
legale di Nicole Minetti nel procedimento Ruby di cui si occupa il
pm Forno.
Buoni anche i rapporti con il presidente della Provincia di
Milano Guido Podestà, che ha patrocinato la discussa mostra “Il
volto sconosciuto della psichiatria. Passato e presente di errori e
orrori” allestita nel dicembre 2011 a Milano (e ripetuta a Roma
nell’aprile 2012) dal Comitato dei cittadini per i diritti umani,
una onlus di Scientology che accede al 5 per mille.
Una causa, quella della lotta senza quartiere contro gli
psichiatri, cara anche all’ex prima ballerina della Scala
Elisabetta Armiato, adepta di Scientology. Tra i vicini al credo
troviamo anche Roby Facchinetti dei Pooh (fotografato
sorridente nel centro milanese di Scientology), Aldo Reggiani,
protagonista della prima Freccia Nera e ora regista teatrale.
Domande sgradite. Alle domande inviate via mail Scientology
preferisce non rispondere, ma la responsabile della
comunicazione Annalista Tosoni lamenta: «Contro di noi è in
corso una campagna fondata su un atteggiamento pregiudiziale

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