sabato 30 novembre 2013

Ventimila euro per sette mesi è una bella cifra Narconon


 Ventimila euro per sette mesi è una bella cifra Narconon
Il Comitato dei cittadini per i diritti umani (CCDU) Onlus è un'organizzazione non profit fondata dalla chiesa di Scientology 



Federico, trent'anni, ha alle spalle una dipendenza equamente suddivisa tra
alcol e crack. Ad aprile 2008 decide di disintossicarsi: esplorando
Internet, trova il centro Narconon Astore di Novillara (Pesaro), prende
coraggio e telefona. Gli risponde una persona gentile che dimostra interesse
nei suoi confronti, poi gli spiega che il programma Narconon sembra fare
proprio al caso suo. A patto che Federico abbia ventimila euro da spendere.
Sapevi quale fosse il loro legame con Scientology?
«Sul loro sito non figurava alcun riferimento. Ti dirò di più: uno dei
motivi che mi ha spinto verso il centro Astore è stato il fatto che si
dichiarassero laici».

Ventimila euro per sette mesi è una bella cifra: infrastrutture, servizi e
cibo erano adeguati in proporzione ad una cifra simile?
«Decisamente no: lo stabile era un casale brutto e ordinario. La mia era una
stanza anonima con un letto scomodo e per tutti gli ospiti maschi c'era un
unico bagno. Durante una certa fase del programma mi sono anche occupato
della cucina: ho un passato come cuoco, ho lavorato per molto tempo nel
settore e posso assicurarti che lì tutto veniva fatto all'insegna del
risparmio. Il cibo era di pessima qualità. Per farti un esempio: eravamo
trenta paganti, approssimativamente 90mila euro al mese. Beh, credimi, non
ho mai visto una bistecca, neanche una volta».

In cosa consiste il programma di disintossicazione Narconon?
«C'è una fase, quella che chiamano "Astinenza": ti imbottiscono
continuamente di pasticche che dicono essere "vitamine". Lo staff che
ricopriva le funzioni di "soprintendente al settore astinenza" poi mi
obbligava a fare quelle che definiva "assistenze", o "procedimenti". In
pratica ero costretto, tre volte al giorno e per ore di seguito, a farmi
toccare da qualcuno che mi chiedeva se "sentivo le sue mani". Ero anche
costretto ad ascoltare lo "specialista" di turno che mi chiedeva di
guardarmi intorno e dirgli "che cosa avrei potuto avere", per ore intere.
Alla fine, non poche volte ho dovuto pregarli di smettere con quelle cose,
perché non ce la facevo più».

E le saune?
«Anche quelle durarono un mesetto, cinque ore al giorno a sudare dentro una
sauna oltre a quel bombardamento vitaminico: considera che arrivai a dover
assumere fino ad 80 pastiglie al giorno. Tutte quelle vitamine avevano un
effetto deleterio sul mio metabolismo, dormivo male e cominciai a sentirmi
meglio solo quando iniziai a far finta di prenderle, sputandole appena
possibile. Dopodiché si passa ai corsi, basati tutti su testi di Ron
Hubbard. Si tratta di pratiche ripetitive e apparentemente senza senso,
ipnotiche e che hanno come unico obiettivo il raggiungimento di uno stato di
apatia emotiva».

Ci sono figure professionali all'interno del centro? C'era una supervisione
medica?
«L'unico medico che ho visto è stato nei primi giorni: è venuto una volta
per assicurarsi che fossimo idonei ad affrontare il ciclo di saune. Per il
resto, il personale era composto da ex tossici che avevano terminato o che
ancora erano in pieno ciclo di disintossicazione. C'era una ragazza
eroinomane e piena di metadone che faceva impazzire tutti. Ricordo le sue
urla in piena notte, gli svenimenti e le tentate fughe: impossibile da
gestire, per i ragazzi che avevano il compito di controllarla. Non si può
affidare gente in astinenza profonda a dei ragazzi che, per quanto
volenterosi, non hanno le qualifiche per affrontare certe responsabilità.
Non esagero se dico che spesse volte si sono sfiorate autentiche tragedie».

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