sabato 18 gennaio 2014

Cearpes, i minori possono tornare

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Cearpes, i minori possono tornare


 SAN GIOVANNI TEATINO. La Corte d’appello autorizza il rientro nelle comunità Cearpes di Sambuceto dei 17 minori allontanati a luglio per presunti maltrattamenti commessi dagli educatori. Lo prevede il decreto che revoca l’ordinanza della magistratura minorile dell’Aquila, che aveva tolto dai centri terapeutici gli adolescenti affetti da patologie psichiatriche per l’indagine dei carabinieri sulle violenze. I giudici hanno accolto il ricorso della Cearpes ritenendo illegittima l’istruttoria e la decisione del tribunale di secretare gli atti sull’inchiesta, provvedimento giudicato lesivo dei diritti della difesa e dei principi del giusto processo. Il colpo di scena è stato rivelato ieri mattina in una conferenza stampa indetta dalla coop Cearpes.
 Erano presenti il presidente della Cearpes Dominique Quattrocchi, il sindaco di San Giovanni Teatino Verino Caldarelli e l’avvocato Dante Angiolelli, che con il collega Bruno Porreca ha curato il reclamo. L’istanza, come ha spiegato Angiolelli, non ha riguardato gli aspetti penali della vicenda, che sono di competenza della procura di Chieti, ma solo il procedimento di tipo civile contro il decreto del presidente del tribunale per i minori Giovanni Manera, firmatario del dispositivo che il 18 luglio aveva portato all’allontanamento dei 17 ragazzi sulla scorta dell’indagine avviata dai carabinieri di Rosciano, che avevano raccolto la denuncia di due adolescenti che avevano raccontato di essere vittime di violenze psicologiche e fisiche. Difensore degli 11 addetti della coop nell’ambito del procedimento penale è Cesare Borgia. Tra gli indagati non c’è Quattrocchi.
 «Con il collega Porreca», ha detto Angiolelli «siamo intervenuti sulla parte della vicenda relativa al decreto del tribunale minorile, che su istanza del procuratore Picardi aveva ordinato l’immediato allontanamento dei ragazzi perché gli operatori erano accusati di aver commesso maltrattamenti. Ci siamo opposti alla secretazione degli atti, in quanto ha leso sia il diritto della controparte di verificare la sussistenza o meno degli indizi su cui si fonda il decreto, sia il principio del contraddittorio. Quindi, sono stati lesi i principi del giusto processo». La sentenza d’appello, pur annullando il decreto dei giudici minorili, autorizza, ma non obbliga, il ritorno dei ragazzi nelle comunità Cearpes, una decisione che spetta ai genitori e ai servizi sociali. «I minori allontanati sono stati portati in una struttura di Spoltore non idonea», mentre la coop è «dotata delle prescritte autorizzazioni amministrative per il ricovero dei minori affetti da problemi neuropsichici, mai revocate nè sospese dalla pubblica amministrazione». Attualmente la Cearpes ospita 15 ragazzi, 5 dei quali a Sambuceto. L’inchiesta penale dovrà compiere, secondo Angiolelli, «un’attenta verifica» delle dichiarazioni formulate dai minori che hanno dato l’avvio all’inchiesta: «Si tratta» ha sostenuto l’avvocato «di ragazzi che hanno gravissimi problemi». «Siamo fiduciosi perché c’è stato accanimento contro di noi. Questa sentenza comincia a rendere giustizia», ha concluso Quattrocchi.

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