venerdì 14 novembre 2014

Invito: A teatro il calvario di un uomo ed una cooperativa assolti in 16 processi








Invito


A teatro il calvario




di un uomo ed una
cooperativa assolti in 16 processi
Ingresso libero

Martedì 18
novembre a Milano
la prima nazionale di
“Nove petali di loto” 

Un’operazione-verità sul
“Caso Cearpes”, vicenda emblematica della giustizia in Italia, un cortocircuito
giudiziario-politico-mediatico che si è abbattuto su una coop sociale abruzzese

9 anni di processi per
l’assoluzione con formula piena di 32 imputati da tutte le accuse
. Nel frattempo Cearpes – che contava 90 dipendenti,
50 ospiti e 5 milioni di fatturato - è stata azzerata. Oltre 70 famiglie
buttate sul lastrico dalla malagiustizia, la cattiva politica e l’eco dei
media. A tutela di tutte le vittime nasce ora l’associazione Amici di
Cearpes Onlus.

Il caso Cucchi, il processo agli accusatori di
Saviano, la sentenza #grandirischi a L’Aquila…ma anche l’assoluzione delle 3
maestre di Pinerolo, gli scontri tra magistrati alla procura di Milano… la cronaca
giudiziaria italiana
offre quotidianamente la fotografia di un sistema
ASSURDO, CHIUSO IN SE STESSO, incapace di assicurare la GIUSTIZIA, di
autocorreggersi, di ottenere così la fiducia dei cittadini.

Martedì 18 novembre – presso il
Teatro Sala Fontana - debutta in Prima Nazionale a Milano “Nove Petali di
Loto”,
l’opera di cine-prosa
di
Milo Vallone e Luca Pompei liberamente ispirata ad una vicenda minore (il “Caso
Cearpes” in Abruzzo”) ma emblematica di tante storie italiane.

Dalla storia paradossale e kafkiana di
Cearpes e del suo direttore Dominique Quattrocchi nasce uno spettacolo che
affronta i temi scottanti del potere, della relazione con le istituzioni, la
burocrazia…dei rapporti tortuosi tra chi agisce e chi gestisce. Il calvario
umano, professionale e giudiziario di un uomo e dei suoi amici/soci  alle
prese con un lavoro difficile (occuparsi di minori con problemi
socio-comportamentali…), a contatto quotidianamente con la vera FOLLIA umana,
la pazzia di ragazzi che vivono – soprattutto in Italia - in un autentico
LIMBO, tra leggi che non esistono e strutture che non hanno l’adeguato sostegno
della politica ma soprattutto della comunità civile.

Una pièce che si colloca nell’ambito
della migliore tradizione del teatro civile italiano, per far conoscere un caso
paradossale e accendere così i riflettori sulla SCHIZZOFRENIA, su come la si
cura, sulle professionalità necessarie e sulle autorità chiamate a riconoscerle
e a tutelarle.
Un progetto culturale
che intende perciò rappresentare un GRIDO, una DENUNCIA per aprire un varco su
un mondo – la malattia mentale - che esiste e che non si vuole conoscere
e/o accettare perché ha sempre fatto PAURA.

80 minuti, 6 attori in scena ed un progetto tra cinema e teatro che vede
la firma dell’attore e regista Milo Vallone e di Luca Pompei.
«“Nove petali di Loto” è un testo di fantasia, liberamente ispirato ad una
storia vera. Già nel titolo c’è la metafora che vogliamo raccontare: il fiore
di loto è un fiore bellissimo ma la sua esistenza non è così facile. Quando
inizia a germogliare, si trova sotto l'acqua sporca di laghi o piccoli stagni,
circondato da fango e melma e tormentato da pesci e insetti. Ma il fiore di loto
si fa forza e, crescendo, sale verso la superficie dell’acqua. Col tempo lo
stelo continua ad allungarsi e il baccello lentamente emerge dall’acquitrino.
E’ allora che il loto comincia ad aprirsi, petalo dopo petalo, nell’aria pulita
e nel sole – spiega Milo Vallone regista, attore e coautore di questa pièce
della memoria
. –   Lo spettacolo segue il progetto CineprOsa, un
modello di realizzazione che vede l’incontro e l’intreccio tra i linguaggi
teatrali e quelli cinematografici, ne nasce così un vero e proprio
cine-spettacolo che vede un continuo rimbalzo narrativo tra palco e schermo».

Un affresco drammatico, liberamente
tratto da una vicenda che ha fatto scalpore e continua a farlo per l’evidenza
di quegli elementi di malaffare, di superficialità e violenza che sono un
emblema dell’Italia che prova a farcela ma sbatte contro il muro d’acciaio
degli interessi dei pochi. La vicenda kafkiana di un uomo nel giusto
schiacciato da un meccanismo capace di stritolare chi prova a mettersi di
traverso, anche solo per difendere se stesso, il proprio lavoro, i principi in
cui crede.

Dopo 9 anni ora si cerca di ristabilire
una verità accertata sul piano giudiziario ma ancora lontana dall’essere
abbracciata appieno da una comunità troppo spesso sviata e sconvolta da notizie
parziali, sensazionalistiche e spesso
prive di fondamento.

«La nostra struttura era un
punto di riferimento in Italia
per
l’accoglienza di minori con gravi e gravissimi disagi socio-comportamentali. In
pochi giorni siamo diventati degli orchi, un’ associazione a delinquere ed i
segni di un calvario giudiziario ed umano durato 9 anni, pure con la completa
assoluzione di tutti gli imputati, ci sono rimasti impressi sulla pelle. – spiega
Dominique Quattrocchi, fondatore della cooperativa C.E.A.R.P.E.S.
 –
Nessuno si è preso la briga di chiedere scusa per un errore giudiziario che ha
messo in ginocchio 70 famiglie per bene e aumentato a dismisura le difficoltà
dei ragazzi nostri ospiti. Ed ora che abbiamo ottenuto giustizia crediamo di
avere il dovere di raccontare la nostra storia e di chiedere una completa
riabilitazione dei nostri nomi, del nostro passato, del nostro lavoro. Ancora
una volta occorre poi sottolineare come, oltre a noi operatori, sono stati
loro, i ragazzi, le vittime di una macchina del fango che ha spazzato via la
struttura che li ospitava, li ha costretti a tornare al loro disagio, in
circostanze percepite come ostili, creando loro ansia e fomentando la
sensazione di inadeguatezza e insicurezza che li aveva condotti verso la
necessita di un’assistenza».

Per la tutela delle vittime e per la
difesa di chi ha messo nel suo lavoro ogni oncia della sua vita ed ha visto
sgretolarsi ogni cosa nasce inoltre l’associazione Amici di CEARPES le
cui finalità sono quelle della tutela di tutte le vittime: di quelle del
disagio, tornando a proporre strumenti di sostegno socio sanitari di qualità ma
anche di quelle della malagiustizia, a partire dalla cooperativa Cerapes fino a
tutte le strutture colpite ingiustamente  da procedimenti giudiziari o
campagne diffamatorie 
attraverso i media.
Le
riportiamo il titolo del Il Giornale di Domenica ,
19/10/2014
La comunità salva le vite I processi inutili la
uccidono
Centro di eccellenza, esce dalla Legacoop e iniziano i
guai: 47 visite dei Nas e denunce finite nel nulla, ma l'attività ormai ha
chiuso. E tre ex ospiti sono morti per droga
Per Maggiore informazione le inviamo in allegato Il pieghevole
 della manifestazione e il nostro
comunicato stampa. Inoltre Le indichiamo il link della notizia dato dal Fatto
di Rete8 dell’Anteprima a Pescara  http://youtu.be/hdLYAcS8yZg e con la nostra news lettere che ripercorre i
momenti drammatici vissuto dalla cooperativa  CEARPES con la introduzione
del noto criminologo Francesco Bruno http://www.cooplilium.it/img/giornalino/numero%2018/onda18.pdf .

Milano, 11 novembre 2014


345.9375248



Informazione:
Associazione Amici di  CEARPES
Sede: via Verdi, 18 –
66020 San Giovanni Teatino (CH) Italia
Tel./fax Uffici +39 085.9431044
Codice Fiscale: 93052130692









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