giovedì 12 dicembre 2013

Controreplica a L. Poma, portavoce di "Giù le Mani dai Bambini" di Martini

Controreplica a L. Poma, portavoce di "Giù le Mani dai Bambini"
Di Martini, marzo 2007.
 
 
 

Articolo di riferimento: Le campagne anti-Ritalin e anti-psichiatria... i retroscena In risposta a: Replica di Luca Poma, portavoce di "Giù le Mani dai Bambini"

Gentile Portavoce,
La ringrazio per le precisazioni che ha voluto inviarmi.
Se è vero che l'appartenenza a Scientology di due animatori di primo piano della Campagna "Giù le Mani dai Bambini®" (Lei e il suo collega Toselli) e dell'allora appartenente al Vostro Comitato Scientifico Roberto Cestari afferisce alla sfera prettamente personale, resto però dell'opinione che quando ideologia religiosa ed impegno pubblico si muovono nella medesima direzione, allora quell'appartenenza acquisisce rilevanza. Sarebbe lo stesso se alcuni Testimoni di Geova contribuissero a lanciare e si adoperassero attivamente in una campagna anti-trasfusioni o se portavoce e coordinatore (già co-fondatori) di una campagna pro-clonazione fossero dei raeliani, e nel Comitato Scientifico della stessa fosse inizialmente presente un medico raeliano - impegnato da anni in attività strettamente legate alla sua ideologia, presidente di un Comitato fondato dal suo movimento religioso al fine di diffondere la sua particolare visione di una determinata pratica medica, premiato per il suo impegno nella propagazione dei principi del gruppo a cui appartiene. Indipendentemente dalla fondatezza delle rispettive iniziative, resterebbe a mio avviso una base ideologica che potrebbe riverberarsi nel modo in cui dette campagne colpiscono e vengono recepite dall'immaginario collettivo.

Da un paio d'anni osservo la campagna di cui Lei è attivo portavoce e la mia esperienza e conoscenza della dottrina della Chiesa di Scientology mi hanno fatto maturare la convinzione che l'iniziativa che Lei rappresenta abbia due anime distinte, una scientologica e una no, ma che la prima comunque permanga e sia quella che viene maggiormente percepita dal pubblico e dai media. Mi spiego meglio. La campagna sostiene di battersi contro l'abuso di psicofarmaci in età pediatrica, ma ad iniziare dalla denominazione che le si è voluta dare - "Giù le Mani dai Bambini" - e dallo slogan ripreso ovunque sulla Vostra pubblicistica - "Non etichettare tuo figlio. Parlagli!" - mi sembra che il messaggio di base sia fortemente stigmatizzante. Chi avrebbe messo le "mani sui bambini" e chi non parlerebbe ai propri figli? Un medico non "mette le mani sui bambini", lo fa invece chi ha intenzioni quantomeno poco benevole. La diagnosi medica diventa "etichetta" apposta dai genitori, che non ascolterebbero il disagio del loro bambino. Si direbbe che i genitori che devono affrontare a livello farmacologico un disturbo come l'ADHD, che può essere veramente grave per lo sviluppo e i rapporti sociali/interpersonali del bambino, vengano doppiamente "criminalizzati": l'immaginario che i vostri slogan sembrano sollecitare è quello di una malattia inesistente che genitori poco responsabili preferiscono liquidare con una sostanza farmaceutica mortalmente pericolosa.
La lettura di riviste popolari come quella che ho riportato nel mio articolo e dei vari blog, forum e gruppi di discussione Internet che trattano l'argomento mi sembra davvero evidenziare quanto quel tipo di immaginario sia stato colpito. La criminalizzazione del principio attivo usato per trattare - tra l'altro in percentuali abbastanza basse - i bambini colpiti dal disturbo è totale, e le poche voci che si levano per spiegare perché si è stati costretti a ricorrere a un trattamento farmacologico vengono immediatamente e decisamente accusate di "drogare" i propri bambini. Poiché come Lei spesso ricorda la campagna di cui è portavoce è la più importante e quella che gode di maggior visibilità nel nostro Paese, immagino sia ad essa che va imputata una buona parte di questo tipo di "responsabilità". E anche le vignette reperibili sul vostro portale sembrano andare in questa direzione.
Se da una parte si sostiene di combattere l'ABUSO, punto su cui credo siamo tutti d'accordo, trova perfetta corrispondenza nell'ideologia di Scientology in merito a psichiatria e psicofarmaci. Tale corrispondenza è, o era fino a poco tempo fa, riscontrabile anche in una sezione del vostro portale dedicata alle voci contrarie all'utilizzo del metilfenidato, dove in sostanza sembra quasi imputarsi al "complotto nazi-psichiatrico" molto caro a Scientology la "genesi" stessa del disturbo [1]. Viceversa, nella sezione che vorrebbe esporre in modo scientifico le ragioni di chi è favorevole al trattamento farmacologico, il senso che mi pare di cogliere è un aleggiare di sospetto riassunto dalla frase: «associazione [di famigliari bambini ADHD] che gode del supporto finanziario di due distinte case farmaceutiche» [2], quasi che essi appoggiassero il ricorso in extremis al farmaco per un qualche motivo di interesse economico (e anche questo, se mi permette la battuta, ricorda molto Scientology... anche io, secondo gli aderenti al movimento, godrei infatti di finanziamenti occulti di non si sa bene quale "Spectre" antireligiosa/psichiatrica/farmacologica/comunista e sarebbero tali finanziamenti a motivare il mio impegno informativo).

dall'altra mi sembra che il messaggio recepito dalla "massa", artisti vostri sostenitori compresi, sia di rifiuto totale dell'USO. E questo tipo di criminalizzazione
Ancora in merito a un approccio che a mio avviso sembra colpire l'USO piuttosto che l'abuso, il Suo comunicato stampa del 14.10.2006, riferito a una "classifica" inglese delle "venti sostanze psicoattive più dannose" e ripreso verbatim da varie testate e blog/forum Internet - cita il metilfenidato assieme a LSD ed Ecstasy. Ciò che quel comunicato però non dice è che quella stessa "classifica" colloca al 5° posto delle sostanze psicoattive più pericolose l'alcol, al 9° posto il tabacco, all'11° la cannabis, e solo al 15° il metilfenidato. Che, come sappiamo, oltre che venire usato sotto stretto controllo medico per il trattamento di una piccola percentuale di pazienti con diagnosi ADHD - diagnosi mai effettuata da un solo medico ma da un pool di specialisti - viene invece usato (=abuso) come stimolante e anoresizzante da adulti non affetti da tale disturbo . Anche gli oppiacei sono sostanze pericolose di cui può esistere, ed esiste, abuso, ma credo che nessuno negherebbe la loro utilità nella terapia del dolore in caso di necessità e sotto stretto controllo medico.
Ancora più recente il Suo comunicato stampa del 23/02/2007 sul "warning" lanciato dall'FDA americana. Se è vero che la Food and Drug Administration in data 21/02/2007 ha raccomandato ai produttori un'immediata modifica delle schede tecniche dei farmaci e sottolinea pericoli di reazioni cardiovascolari e psichiatriche avverse, è altrettanto vero, ma non viene riportato dal Suo comunicato, che l'ente americano fa specifico riferimento a pazienti con «seri problemi o difetti cardiaci di base, e colpi apoplettici o attacchi cardiaci in adulti con determinati fattori di rischio», mentre per quanto riguarda le problematiche psichiatriche riferisce che è stato riscontrato «un lieve rischio (circa 1 su 1000) di eventi psichiatrici avversi, come sentire voci, diventare sospettosi senza motivo, diventare maniaci anche in pazienti che in precedenza non avevano [manifestato] problemi psichiatrici». Anche in questo caso mi sembra che il Suo comunicato tenda a colpire l'immaginario e a criminalizzarne l'USO, piuttosto che l'abuso.
Non mi è stato invece possibile trovare tra i suoi numerosi press release la comunicazione dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), newsletter N. 4/2006, secondo cui, pur evidenziando effetti collaterali avversi in soggetti a rischio, si sottolinea che i farmaci usati per l'ADHD (metiflenidato: Ritalin e Strattera) «sono generalmente sicuri e apportano benefici quando usati come da raccomandazioni».
Un altro dato a mio avviso fondamentale che ho trovato poco sottolineato nei press release della Vostra campagna contro il Ritalin è che in Italia il farmaco è stato ritirato dal commercio dalla stessa Novartis nel 1989, ben diciotto anni fa, e che solo in questi giorni dovrebbe tornare disponibile ai pazienti italiani. Mi sorge spontanea la domanda: in che modo era mai possibile un ABUSO di Ritalin (metilfenidato), se non era disponibile nelle farmacie del nostro Paese? E che questo dato decisamente importante sia stato poco pubblicizzato dalla "campagna di farmacovigilanza di maggior visibilità nazionale" mi pare evidente da iniziative che a mio avviso rasentano il ridicolo, come ad esempio quella dell'Onorevole Tiziana Biolghini, Consigliere delegato alle politiche dell'Handicap della Provincia di Roma, che nel 2005 chiedeva a gran voce il «ritiro immediato del Ritalin dal commercio», oltre a dirsi sicura che esso venisse usato per «sedare i bambini vivaci», cioè «"argento vivo", "vivacità", irrequietezza» e non invece come risorsa estrema per bambini affetti da un disturbo di una certa gravità.

E in definitiva penso sia questo il messaggio di fondo percepito dalla "massa" ed è questa la cosiddetta "anima scientologica" che io attribuisco alla Vostra campagna, che ha e mantiene comunque un'anima che con Scientology non c'entra nulla. Ma alla luce degli appunti che ho sentito il dovere di fare mi chiedo quanti abbiano aderito alla Vostra campagna su una semplice pulsione emotiva sollecitata da efficaci slogan che evocano un immaginario ben preciso che però mi sembra abbastanza lontano dalla realtà, in particolare quella del nostro Paese. In breve, se mi è concessa la battuta, in me permane la spiacevole sensazione che si tratti di "molto rumore per nulla", lo stesso ravvisabile nelle campagne molto scandalistiche ma di scarsa sostanza della Chiesa di Scientology e delle sue associate. Con questo non voglio dire che un'azione di farmacovigilanza non sia necessaria e lodevole, ma mi sembra che, allo stato, la Vostra campagna abbia più che altro generato allarmismo ingiustificato e una grossa confusione in opinione pubblica, media e istituzioni, come del resto fanno da sempre le campagne targate Scientology. E su questo prego sia Lei che i vostri comitati etico e scientifico di riflettere.
Per quanto riguarda la questione Istituto Superiore di Sanità, lungi da me l'idea di tacciraVi di aver deliberatamente danneggiato la salute di giovanissimi pazienti. Mi limito semplicemente a rilevare che il protocollo, dopo essere rimasto bloccato per oltre un anno e mezzo su Vostra iniziativa, è stato alla fine varato e il Ritalin dovrebbe essere reintrodotto in commercio anche in Italia, come è in commercio nel resto d'Europa - con modalità, le nostre, peraltro severissime che mi pare mettano al riparo da ogni possibile abuso. Ma che ne regolamentano e ne giustificano indiscutibilmente l'USO.
Martini

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