giovedì 6 febbraio 2014

Direttive e linee guida in materia di abuso su minori:

Direttive e linee guida in materia di abuso su minori:

una rassegna

 

 

di Sandro Ciufici
 
 
Nell’ultimo decennio, le problematiche connesse all’abuso e ai maltrattamenti sui minori hanno ricevuto un’attenzione sempre maggiore. L’accresciuto interesse verso tale tematica è testimoniato dal moltiplicarsi di contributi teorici prodotti dalle discipline psicologiche e giuridiche, ma anche - e soprattutto - dall’incremento di dibattiti tra psicologi, medici, sociologi, magistrati, insegnanti, assistenti sociali, forze dell’ordine, avvocati, giornalisti che, da prospettive diverse, intervengono in favore dell’infanzia maltrattata.
 
Al centro dei dibattiti e della riflessione scientifica, sociale e mediatica si segnalano: i ruoli e le competenze professionali, l’adeguatezza delle normative vigenti e dei modelli organizzativi, la multidisciplinarità e le problematiche dell'intervento giudiziario, le indagini penali e la notizia di reato, le modalità e le tecniche di assunzione della testimonianza, la valutazione delle dichiarazioni rese dal minore, l’esigenza di integrare e standardizzare gli approcci di intervento.
In questo prolifico confronto, basato sullo scambio e sull’integrazione delle esperienze, la maggior parte degli esperti operanti nel settore è concorde nel riconoscere che, nonostante il proliferarsi nell’ultimo decennio di norme volte a modificare gli scenari di intervento clinico, sociale e giudiziario (la legge 66/96 in tema di abuso sessuale, la legge 269/98 in tema di sfruttamento sessuale dei bambini, la legge 149/2001  di modifica della disciplina dell’adozione e dell’affidamento), la realtà operativa italiana appare ancora caratterizzata da incertezze, inadeguatezze ed errori sia nelle prassi di intervento giudiziarie sia nelle procedure di prevenzione, diagnosi e cura.
In un quadro nazionale disarticolato e privo di regolamentazione, la necessità di definire con precisione i ruoli e i compiti peculiari di ogni professionalità nelle diverse funzioni dell’intercettazione, valutazione e intervento nei casi di presunto abuso o maltrattamento ha portato varie istituzioni (pubbliche e private) ed esponenti della comunità scientifica (giuridica e clinica) alla definizione di una serie di direttive, raggruppate in protocolli e linee guida, nel tentativo di integrare e coordinare gli approcci interdisciplinari e di creare standard operativi condivisi.
 
Tra queste direttive ricordiamo:
 
-Linee guida SINPIA (Società Italiana Neuropsichiatria Infantile)
 
Questo documento è il risultato di un lavoro di integrazione e raccordo di alcuni protocolli esistenti sul territorio nazionale, relativi al tema degli abusi in età evolutiva, rappresentativi del contributo di agenzie locali e di coordinamento nazionale e rispondenti ai criteri di validità, attendibilità, applicabilità clinica e multidisciplinarità.
Il documento si riferisce prioritariamente alle competenze specifiche del neuropsichiatra infantile nel percorso di rilevazione, diagnosi e trattamento degli abusi in età evolutiva e tiene conto delle indicazioni contenute nel Piano Sanitario Nazionale, nel Progetto Obiettivo Materno Infantile e nel Progetto Obiettivo Salute Mentale, riferiti al triennio 2001/2003.
 
 -Linee guida CISMAI
 L’esigenza di produrre un quadro di riferimento comune a livello nazionale per tutti i servizi italiani di contrasto al maltrattamento ha indotto il CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’abuso all’infanzia) ad elaborare una serie di direttive, al fine di definire le forme, le funzioni e i metodi di intervento nei casi di presunto abuso su minore.
Cronologicamente, il primo documento di linee-guida elaborato dal CISMAI è la “Dichiarazione di Consenso in tema di abuso sessuale”, approvata nel 1998 ed aggiornata nel 2001. La Dichiarazione, destinata principalmente agli operatori psico-socio-sanitari, ha avuto il compito di fornire raccomandazioni per l’adozione di procedure omogenee  sia nell’ambito della valutazione clinica che nel percorso giudiziario.
Il secondo documento di linee-guida è stato approvato dal Cismai nel 2000:  Requisiti minimi dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia”. Il documento è centrato sull’organizzazione e sul funzionamento dei servizi di prevenzione e contrasto all’abuso. Il Cismai propone l’adozione volontaria di modelli organizzativi rigorosi, definendo i requisiti minimi essenziali organizzativi e metodologici dei centri per la prevenzione e la cura dei bambini abusati e maltrattatati.  
Il terzo documento, intitolato “Requisiti di qualità dei centri residenziali che accolgono minori vittime di maltrattamento e abuso”, rappresenta un’ulteriore articolazione dei protocolli precedenti. Il protocollo, approvato nel 2001, si rivolge agli operatori e ai responsabili di comunità e ribadisce la necessità di una forte integrazione interprofessionale. Il lavoro delle comunità è inteso come intervento complesso dove la funzione della protezione si unisce alla funzione di riparazione del danno, attraverso l’offerta di esperienze relazionali correttive e la facilitazione della rielaborazione delle esperienze traumatiche vissute.
Nel 2003 viene approvato e ratificato il documento di linee-guida “Semeiotica medica dell’abuso sessuale nei bambini prepuberi. Requisiti e raccomandazioni”. Il documento definisce i requisiti minimi organizzativi e di accoglienza per l’effettuazione della visita medica nei casi di sospetto abuso sessuale e stabilisce procedure condivise per l’effettuazione della valutazione clinica, rispetto all’anamnesi, all’esame obiettivo generale, all’esame dell’area genito-anale, alla diagnosi differenziale e alla relazione medica.
L’ultimo documento approvato sono le “Linee-Guida per la valutazione clinica e l’attivazione del recupero della genitorialità” (2004). Si tratta di linee guida elaborate per definire i criteri relativi alla valutazione clinica delle competenze genitoriali.
- Carta Di Noto (Linee Guida Per l’esame del Minore in caso di Abuso Sessuale)
 
 
La Carta di Noto, approvata ufficialmente nel 1996 e rettificata nel 2002, costituisce ormai un riferimento costante per giurisprudenza, letteratura e dottrina.
Le linee guida presenti nel protocollo contengono suggerimenti volti a garantire l’attendibilità dei risultati degli accertamenti tecnici e la genuinità delle dichiarazioni, assicurando al minore la protezione psicologica, nel rispetto dei principi costituzionali del giusto processo e degli strumenti del diritto internazionale.
Il documento è stato redatto con l'apporto interdisciplinare di magistrati, avvocati, psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, criminologi e responsabili di Servizi.
Tra i firmatari ci sono, oltre a vari criminologi e docenti Universitari, il Direttore della DIA, Pierluigi Vigna, l'ex Ministro della Giustizia S.E. Giovanni Conso, il PM del Tribunale per i Minorenni di Venezia Sergio, il Presidente della Corte d'Assise d'Appello di Venezia, Lanza, la dr.ssa Luisella de Cataldo Neuburger, Presidentessa dell'Associazione Italiana di Psicologia Giuridica, il dr. Paolo Capri, Presidente dell'Istituto di Formazione e Ricerca Scientifica CEIPA di Roma, la dr.ssa Anita Lanotte, Vice-presidente del Ceipa, l'avvocato e psicologo Guglielmo Gulotta.
-Linee Guida Deontologiche per lo Psicologo Forense
Approvato dal Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica il 17 gennaio 1999,  le Linee Guida  Deontologiche per lo Psicologo Forense consistono in direttive cui attenersi nell’esercizio dell’attività psicologica in ambito forense. Il documento contiene specifiche raccomandazioni relative all’adozione di procedure omogenee  sia nell’ambito della valutazione clinica che nel percorso giudiziario, volte a garantire l’attendibilità dei risultati degli accertamenti tecnici e la protezione del minore.
 
- Carta di Treviso
 
Anche la categoria dei giornalisti si è munita di un protocollo con l'intento di disciplinare i rapporti tra informazione e infanzia.
La Carta di Treviso, documento e codice deontologico varato ed approvato nel 1990 dall’Ordine dei giornalisti e dalla FINS (Federazione nazionale della stampa italiana) -  di intesa con Telefono Azzurro e con Enti e Istituzioni della Città di Treviso, costituisce norma vincolante di autoregolamentazione per giornalisti italiani, nonché guida ideale e pratica per tutta la categoria dei comunicatori. Al centro di questo documento, poi approfondito e integrato dal Vademecum del 25 novembre 1995 e ancora il 30 marzo 2006, c'è il principio di difendere l'identità, la personalità e i diritti del minore vittima o colpevole di reati, o comunque coinvolto in situazioni che potrebbero compromettere la sua psiche. Le direttive contenute al suo interno sanciscono che il fondamentale diritto all’informazione può trovare dei limiti quando venga in conflitto con i diritti dei soggetti bisognosi di una tutela privilegiata. Pertanto, fermo restando il diritto di cronaca in ordine ai fatti e alle responsabilità, va ricercato un equilibrio con il diritto del minore ad una specifica e superiore tutela della sua integrità psico-fisica, affettiva e di relazione. 
 
- Linee Guida per le perizie in caso di abuso sui minori dell'Ordine degli Psicologi del Lazio
 
Nell’ottica del confronto e dell’aggiornamento tra esperti, l’Ordine degli Psicologi del Lazio ha elaborato un documento “Linee guida per la diagnosi clinico-forense in relazione all’ascolto dei minori in ipotesi di abuso nell’audizione protetta ed in caso di perizia o consulenza”. La stesura di tali linee guida, operata dai dottori Paolo Capri (coordinatore), Alessandro Crisi, Ester Di Rienzo, Anita Lanotte e Patrizia Pes, è connessa all’esigenza di orientare la comunità professionale dell’Ordine degli Psicologi del Lazio in merito alla buona prassi in materia di valutazione clinico-forense dei minori coinvolti nei percorsi giudiziari dei procedimenti penali.
 
- Linee guida Regionali: Emilia Romagna , Piemonte e Abruzzo
 
A livello regionale, l’Emilia Romagna (2008)[1], il Piemonte (2000)[2] e l’Abruzzo (2007)[3], dando seguito a quanto previsto dalla legge nazionale in materia, hanno definito delle linee guida in materia di maltrattamento ed abuso in danno dei minori, al fine di consolidare una metodologia di lavoro interdisciplinare che favorisca una migliore tutela dei minori attraverso una più stretta collaborazione dei diversi Servizi e delle Istituzioni, concretizzata nella costruzione condivisa di percorsi operativi.
Globalmente, negli strumenti si afferma che l’abuso e il maltrattamento infantile rappresentano un fenomeno complesso e multidimensionale che richiede un approccio multiagency, in quanto nessun singolo servizio può prevenirlo e trattarlo efficacemente. In particolare, i protocolli ribadiscono che il raccordo tra i Servizi Sociali, i Servizi Sanitari, gli Uffici dell’Amministrazione della Giustizia (Procure Minorile e Ordinarie, Tribunali Minorile e Ordinario), le Forze dell’Ordine e le Istituzioni scolastiche è indispensabile per creare prassi operative condivise e per procedere in modo coordinato nel doveroso rispetto delle reciproche competenze.
 
La realizzazione di questi protocolli, nel complesso, ha contribuito ad una definizione più precisa delle multiformi tipologie di violenza e ha posto le premesse per la creazione di standard operativi condivisi; la loro applicazione, nei vari contesti lavorativi, ha avuto un peso non solo sull’operato dei professionisti, ma anche sulla crescita di una nuova cultura rispetto alla prevenzione, la tutela e la cura dei bambini abusati.
 
 


[1] Linee d’indirizzo in materia di abuso sessuale sui minori”
 
[2] Linee guida per la segnalazione e la presa in carico dei casi di abuso sessuale e maltrattamento ai danni di minori.
 
[3] Linee guida regionali in materia di maltrattamento ed abuso in danno dei minori

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