lunedì 17 febbraio 2014

La formazione per educatori di comunità

La formazione per educatori di comunità  

LILIUM Soc. Coop. Sociale a.r.l. ONLUS 

Sede Legale: via Verdi, 18 - 66020 S. Giovanni Teatino (CH) Italia

                                                                     

di Paola Di Mercurio
Le Comunità Socio-Sanitarie per minori rappresentano un utile contesto per tutti quei ragazzi che presentano problematiche di tipo familiare, comportamentale, psico-pedagogico.
L’educatore professionale opera nei servizi socio-sanitari e attraverso l’elaborazione di un progetto mette in atto interventi educativi finalizzati alla promozione della persona e al suo benessere psico-fisico.
Il ruolo dell’educatore psichiatrico di comunità è promuovere, favorire, sostenere i percorsi di sviluppo e creare ambienti favorevoli nei quali il processo educativo si possa manifestare: tali ambienti, oltre che fisici, sono luoghi di pensiero, di riflessione e di formazione.
L’educatore psichiatrico si trova implicato in una relazione educativa difficile e faticosa, specialmente quando opera all’interno di una Comunità per minori.
In sostanza si presentano due realtà: da un lato c’è il minore, portatore di sofferenze, abbandoni e violenze di vario tipo e che esprime questo suo disagio mettendo in atto comportamenti e modalità che evidenziano aggressività, iper eccitazione e silenziosità. Dall’altro lato c’è l’adulto, l’educatore, segnato a volte dal timore nascosto di non essere capace di fronteggiare e contenere tali comportamenti.
È proprio sulla figura dell’educatore che va posta la maggiore attenzione: egli diviene punto di riferimento per il minore, al contempo, diviene oggetto di amore e odio.
L’adolescente considera l’educatore un punto di riferimento, percepisce la sua vicinanza, sa che è lì per lui, per prendersi cura dei suoi bisogni, per aiutarlo a “tirar fuori” il meglio di se, ovvero per educarlo. Allo stesso tempo però, il minore nutre dei sentimenti di odio nei confronti dell’educatore che tanto ammira, non sopporta le regole che questi gli impone, non accetta il nuovo e diverso stile di vita, non si fida di quell’adulto che a fine turno va via lasciandolo alle cure di qualcun altro, ricordandogli, in tal modo, gli altri adulti del suo
passato che lo hanno abbandonato (genitori, amici…).
L’educatore si trova pertanto a dover sperimentare questo, ed altro ancora, nel contesto educativo che gli si presenta dinnanzi ogni giorno, trovandosi a fronteggiare le emozioni e i comportamenti esplosivi/implosivi dell’utente.
L’educatore deve quindi accettare di trovarsi implicato, anche involontariamente, all’interno di una relazione educativa in cui dovrà “mettere in gioco” le proprie emozioni, i propri vissuti personali e le proprie aspettative.
Egli è chiamato a problematizzare la sua figura-posizione dentro e fuori la relazione, ad interrogare il suo modo di intervenire e ad esaminare le sue metodologie d’intervento con l’utente.
Proprio allo scopo di permettere che gli obiettivi educativi siano costantemente perseguiti e i contenuti verificati e controllati, si considera essenziale una formazione costante e continua dell’educatore psichiatrico.
È importante una formazione che tenga conto e fronteggi il carico di frustrazioni a cui l’educatore è esposto: sentirsi responsabili di minori, la susseguente ansia che può generarsi, le identificazioni proiettive degli utenti nei suoi confronti, lo scarso riconoscimento della professione sociale.
Affrontare la formazione dell’educatore psichiatrico comporta una rilettura ragionata di quelli che sono i problemi fondamentali della “cura della mente”. Occorre fare un’analisi pedagogica dei termini e delle questioni che, seppur dense di significato psichiatrico, psicologico e neurologico, possono assumere specifici significati se visti dal punto di vista della pedagogia.
La pedagogia ha come oggetto di studio l’educazione, ma incontra difficoltà nell’affermarsi pienamente a causa dell’enorme distanza tra sapere pedagogico e prassi educativa, permettendo così l’instaurarsi di due fenomeni degenerativi:

-          l’allontanamento della pedagogia dai reali problemi del “fare in educazione”;
-          l’assunzione acritica, da parte dell’educatore, di strumenti, metodi e teorie che hanno poco a che fare con l’effettivo compito di chi è chiamato ad educare.

Si assiste al fenomeno dell’ibridazione del ruolo dell’educatore che, a seconda del tipo di disciplina da cui cerca di ricavare elementi utili per il suo operato, assume le vesti di un quasi infermiere o di un quasi
psicologo. Ciò accade specialmente laddove l’educatore è chiamato ad intervenire in contesti e in situazioni già in sé oggetto di contesa di saperi diversi, come nel caso della “cura della mente”.
Alla luce di tali considerazioni è importante una formazione permanente che tenga conto di tre obiettivi principali:
1. Sviluppare capacità personali e di gruppo nel riconoscere, elaborare e contenere situazioni fortemente ansiogene e di notevole tensione.
È importante che gli educatori imparino a conoscersi, a cogliere le proprie reazioni, utilizzandole come segnali per agire con modalità pensate ed elaborate;
2. Collocare il lavoro di comunità all’interno di quadri teorici di riferimento: individuare e approfondire tematiche che riguardano l’utenza della comunità.
La formazione diventa, così, momento in cui i membri dell’Equipe condividono i contenuti teorici e progettano gli interventi educativi;
3.       Creazione e mantenimento della struttura organizzativa.
Permette di individuare e sostenere un quadro organizzativo con ruoli e funzioni chiare, accordando gli obiettivi, le aree di riferimento e i tempi sia agli educatori che agli utenti, utili per costruire insieme il contesto educativo.
La Cooperativa Lilium definisce degli spazi e dei tempi in cui poter offrire agli educatori una formazione permanente. All’inizio del rapporto di lavoro vi è una formazione di base che ha lo scopo di far conoscere i metodi e gli strumenti di lavoro che si andranno ad utilizzare. In seguito vi è una formazione continua che consiste in incontri di formazione trimestrali, di due giorni ognuno. I destinatari sono tutti i membri del personale dell’Equipe. Gli argomenti che vengono affrontati sono organizzativi (un giorno) e terapeutici (l’ altro).
Inoltre, per l’anno 2010, sono stati predisposti i seguenti corsi di formazione con i rispettivi Enti promotori:

-          Cesma – Ali: Centro Esperienze e studi di management. 
Da oltre 10 anni CESMA organizza, con il TAVISTOCK di Londra, seminari esperienziali;

-          Cemea del Lazio: corso di formazione operatori del tempo libero.
Il corso si svolge a Orilo Romano e si articola in due fine settimana (dal giovedì alla domenica) in cui si

permette, agli educatori, di acquisire strumenti adeguati all’organizzazione di gruppi di bambini e adolescenti in varie situazioni quali: centri di vacanza, attività scolastiche ed extra-scola stiche, ludoteche, campi scuola.

-          Cemea del Piemonte: corso di formazione per animatori dei centri vacanza.
Si svolge a Torino ed è caratterizzato da cinque incontri (ogni incontro comprende il sabato e la domenica) in cui sono affrontati il tema del gioco e del ruolo dell’educatore, ritmi di vita e organizzazione dei centri e dei soggiorni estivi, costruzione di giocattoli e altre attività manuali, l’esprimersi attraverso il video, la grafica e la manipolazione plastica.
Si tratta di iniziative che vanno dal progetto d’attività al progetto pedagogico.

-          Cemea della Toscana: Vacanza formativa all’Isola d’Elba
Si pone l’obiettivo di vivere una situazione di vita comunitaria con momenti strutturati e tempi personali: consente di sperimentare attività espressive e costruttive recuperando la dimensione del fare e del fare insieme.

-          Cemea Toscana: la metodologia dei Cemea.
Un’occasione per avvicinarsi alla metodologia dei CEMEA: vivere una situazione di vita collettiva e riflettere sui contenuti educativi che emergono dai rapporti interpersonali, esprimere la propria creatività.

-          Cemea del Mezzogiorno: corso di formazione per operatori socio – educativi.
Il corso si articola in due incontri che si svolgono presso la Cooperativa Lilium: si propone di valorizzare il  momento del gioco e delle attività manuali come strumento di crescita, fornendo ai partecipanti  strumenti operativi e spunti di riflessione per approfondire i diversi aspetti che caratterizzano la proposta educativa, la gestione degli spazi, la strutturazione delle attività, la programmazione alla relazione con gli utenti.

Nel prossimo numero de L’Onda verranno approfonditi i Progetti di ricerca – intervento per le Comunità terapeutiche della Cooperativa Lilium di seguito riportati:

-      Tavistock Clinic;
-      Corso di pet – terapia;
-      Progetto corso con Prof.re Giovanni Guerra;
-      Progetto corso con Prof.re Francesco Bruno.


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